La Corte dell’Aja indaga sull’occupazione israeliana dei territori palestinesi

La Corte internazionale di giustizia (Cig) dell'Aja dà il via alle udienze sulle conseguenze legali dell'occupazione israeliana dei territori palestinesi dal 1967

La Corte di giustizia a L'Aja. Foto di Den Harrson su Unsplash

Al via per una settimana presso il Palazzo della Pace della Corte internazionale di giustizia (Cig) de L’Aja (nei Paesi Bassi) la serie di udienze incentrate sulle conseguenze legali dell’occupazione israeliana dei territori palestinesi dal 1967. Le udienze vedono la partecipazione record di 52 Paesi, tra cui Stati Uniti, Russia e Cina.

Corte Aja avvia udienze su conseguenze occupazione israeliana

A partire da oggi, la Corte internazionale di giustizia (Cig) dell’Aja terrà udienze sulle conseguenze legali dell’occupazione israeliana dei territori palestinesi dal 1967, con la partecipazione di un numero senza precedenti di 52 Paesi. Nazioni tra cui Stati Uniti, Russia e Cina si rivolgeranno ai giudici in una sessione che durerà una settimana presso il Palazzo della Pace, sede del tribunale Onu.

Nel dicembre 2022, l’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha chiesto alla Corte internazionale di giustizia un “parere consultivo” non vincolante sulle “conseguenze legali derivanti dalle politiche e dalle pratiche di Israele nei territori palestinesi occupati, compresa Gerusalemme est“.

Sebbene qualsiasi opinione della corte non sia vincolante, essa arriva nel mezzo di una crescente pressione legale internazionale su Israele per la guerra a Gaza. Le udienze sono separate dal caso portato dal Sud Africa, secondo cui Israele starebbe commettendo atti di genocidio durante l’attuale offensiva nella Striscia. In questo caso, a gennaio la Cig ha stabilito che Israele deve fare tutto ciò che è in suo potere per prevenire il genocidio e consentire l’arrivo degli aiuti umanitari a Gaza. Venerdì il tribunale ha invece respinto la proposta del Sudafrica di imporre ulteriori misure a Israele.

Fonte: Ansa