Doppio sfregio alla memoria della martire Norma Cossetto

Non c'è pace nemmeno da morta per Norma Cossetto, la giovane italiana torturata e uccisa dai partigiani titini jugoslavi nel 1943 nei pressi della foiba di Villa Surani, in Istria.

A Latina…

Da Latina a Padova, negli ultimi giorni il suo nome è tornato sulle pagine dei giornali. Nella città pontina lo scorso 10 febbraio, giornata del ricordo delle vittime delle foibe, l'amministrazione comunale le ha dedicato un giardino nel quartiere Q4, svelando una lapide in suo onore. L'altra mattina i passanti l'hanno trovata sfregiata con il disegno in vernice rossa di un pene e con il nome parzialmente cancellato da un getto di vernice bianca. E' già la seconda volta in poco più di un mese che avviene un episodio simile: il primo già la notte successiva all'inaugurazione.

A denunciare questo secondo sfregio è stata Casapound su Facebook. Intervenuta anche Giorgia Meloni, leader di Fratelli d'Italia, che ha definito la bravata “un gesto infame commesso dai soliti deficienti che considerano 'rivoluzionario' sfregiare il monumento dedicato ad una ragazza stuprata e infoibata solo perché italiana”. Gli ignobili segni sono stati cancellati dai dipendenti del servizio di decoro urbano del Comune di Latina.

…e a Padova

Il nome di Norma Cossetto dà fastidio non solo quando è inciso su una lapide, ma anche quando è il titolo di un fumetto. Si chiama “Foiba Rossa. Norma Cossetto, storia di un'italiana” la raccolta dedicata alla giovane italiana dell'artista Emanuele Merlino. Quest'ultimo avrebbe dovuto presentare la sua opera lo scorso 22 marzo all'Università di Padova, proprio l'ateneo che nel 1949 attribuì una laurea honoris causa all'italiana infoibata. 

Le femministe di “Non una di meno” sono però insorte. Hanno pensato che una donna ripetutamente violentata, uccisa e gettata in una foiba non merita il loro sostegno “di genere”, quando si chiama Norma Cossetto, in quanto lei avrebbe “abbracciato il fascismo”, inoltre sulla sua vicenda vi è “assenza di documentazione e testimonianze certe”. Nei giorni precedenti al 22 marzo, tra i corridoi dell'ateneo erano girati volantini che inneggiavano al boicottaggio dell'iniziativa con scritto “Nessuno spazio ai fascismi”.

Il clima pesante ha indotto gli organizzatori dell'Esu di Padova, l'Azienda Regionale per il Diritto allo Studio Universitario, a far saltare la presentazione. “L'evento è stato spostato – fanno sapere – per salvaguardare la serenità dei ragazzi che vivono nelle residenze, visti i toni di assurda aggressione mediatica che ha assunto la questione”. La presentazione è rimandata ad aprile, se i censori della memoria non avranno nulla da ridire.