No Tav: arresti nei centri sociali Askatasuna e Neruda di Torino

In carcere è finito Giorgio Rossetto, tra i volti storici di Askatasuna. Perquisiti i presidi No Tav dei Mulini e di San Didero

La Digos della Questura di Torino guidata dal dirigente Carlo Ambra ha eseguito stamani all’alba una decina di misure cautelari, tra arresti e obblighi di firma, nei confronti di esponenti del centro sociale Askatasuna.

In carcere è finito Giorgio Rossetto, tra i volti storici del panorama dell’Autonomia. Perquisiti i presidi No Tav dei Mulini e di San Didero. Tra le accuse ci sono i disordini scoppianti in Valle di Susa nei mesi scorsi. Lo scorso 8 dicembre, durante gli scontri, i manifestanti erano stati respinti con idranti e lacrimogeni dalle forze dell’ordine ma un carabiniere era rimasto ferito a un fianco da una pietra.

Disordini No Tav in Valle di Susa

Nello specifico l’indagine, coordinata dalla Procura di Torino, riguarda reati di resistenza aggravata a pubblico ufficiale e violenza privata aggravata, commessi sia nel capoluogo piemontese che nell’ambito della mobilitazione contro la Tav in Val di Susa.

In merito ai ripetuti attacchi ai danni dei cantieri Tav di Chiomonte e San Didero, il materiale video-fotografico e i sequestri effettuati sui luoghi hanno consentito di raccogliere elementi per dimostrare l’utilizzo di artifici pirotecnici, materiale infiammabile, pietre e bulloni, fionde, frombole, tubi da lancio per razzi e altri strumenti da lancio artigianali.

Perquisiti i centri sociali Askatasuna e Neruda

Sempre questa mattina, oltre ai presidi No Tav in Val di Susa sono stati perquisisti anche i due centri sociali di Torino. Si tratta dell‘Askatasuna, punto di riferimento dell’Autonomia in Italia, e del centro sociale Neruda.

Gli attivisti del centro sociale Askatasuna sono ben noti alle forze dell’ordine. Nel luglio del 2020 avevano organizzato la tre giorni di protesta No Tav in Valle di Susa. Il mese di “Presidio permanente dei Mulini” – questo il nome della manifestazione – si era concluso con tre giorni di scontri con le forze dell’ordine e con l’ennesimo assalto al cantiere della Torino-Lione, a Chiomonte. Il 21 gennaio 2021 a Torino, si era poi tenuto il maxi processo d’appello ai No Tav in merito agli scontri del 2020. Tra i condannati – 32 in tutto – anche il leader Rossetto.