San Gennaro, il vescovo martire patrono di Napoli

Secondo la tradizione, Gennaro è stato decapitato a Pozzuoli nel 305 durante la persecuzione di Diocleziano

San Gennaro

S. GENNARO Vescovo, martire e patrono di Napoli. m. Pozzuoli (Napoli), 19/09/305

Scarse le notizie sulla sua vita. Viene identificato con Gennaro II, vescovo di Benevento, che viene raffigurato nelle catacombe napoletane con l’aureola tra due ceri. Partecipa nel 343 al concilio di Sardica.

Morte

Secondo la tradizione, è stato decapitato a Pozzuoli nel 305 durante la persecuzione di Diocleziano. Gennaro, insieme ai due cristiani napoletani Fausto e Desiderio, va a Pozzuoli a trovare il diacono Sosso: quando apprendono che questi e imprigionato, lo difendono pubblicamente e si professano cristiani. Poiché non vogliono rinnegare Cristo, come richiesto da Dragonzio (rappresentante dell’autorità romana), vengono condannati a morte: prima sono destinati a essere sbranati dalle bestie feroci, poi, per evitare tumulti pubblici, vengono fatti decapitare.

La mattina del 19 settembre del 305 i quattro vengono condotti fuori città, presso una miniera di zolfo, dove sono decapitati anche altri tre giovani accusati di aver preso le loro difese. Sono i primi martiri della Campania.

Appena i soldati si allontanano, una donna di nome Eusebia riesce a raccogliere, con una spugna, il sangue di Gennaro e lo versa in due ampolle di vetro. Scesa la sera, i corpi dei martiri vengono seppelliti in un terreno vicino, chiamato “Marciano”, dove in seguito viene costruita una chiesa dedicata a san Gennaro.

Le sue reliquie nel 431, per volere del vescovo partenopeo Giovanni I, vengono portate a Napoli con una solenne processione e situate nelle catacombe, sotto la collina di Capodimonte.

In questa occasione una donna presenta al vescovo due ampolle, affermando che contengano il sangue coagulato di san Gennaro: all’improvviso, alla presenza di tutti, il sangue va incontro a liquefazione.

Nel 472 la terribile eruzione del Vesuvio, che minaccia la città, improvvisamente si arresta quando i napoletani invocano l’aiuto di Gennaro.

Gli abitanti di Benevento riescono a trafugare dalle catacombe le reliquie del loro vescovo (a eccezione del cranio) e le ampolle col sangue, che sono custodite in cattedrale. Dopo ulteriori spostamenti, i resti di san Gennaro vengono trasportati nel duomo di Napoli.

Tratto dal libro “I santi del giorno ci insegnano a vivere e a morire” di Luigi Luzi