OLTRE 23MILA MUSULMANI HANNO PREGATO IN CHIESA CON I CRISTIANI IN ITALIA

Cristiani e musulmani, hanno pregato insieme nelle chiese cattoliche, celebrando l’Eucaristia. È il buon frutto del sacrificio di un uomo di Dio, padre Jacques, ucciso si è detto –  da fanatici religiosi islamici. Ma la fede autentica non è mai fanatica, non conosce la violenza e l’orrore. Dio è Amore, con qualunque nome lo si chiami. Questo è il messaggio di questa straodinaria iniziativa di oggi.

Oggi, il Consiglio francese per il culto musulmano (Ihei) e poi anche la Comunità religiosa islamica (Cores) italiana hanno invitato i musulmani a recarsi in Chiesa a pregare durante la Santa Messa, come gesto di solidarietà con i cristiani, dopo l’orribile delitto del parroco di Rouen. Dunque, domenica 31 luglio, prima della Santa Messa, delegati della Coreis hanno portato il saluto in chiesa al vescovo e al parroco nelle seguenti città: Roma, Milano, Novara, Genova, Verona, Sondrio, Ventimiglia, Brescia, Vicenza, Fermo, Siena, Piacenza, Brindisi, Palermo e Agrigento. E molti sono stati i musulmani che hanno risposto all’invito. Sarebbero più di 23mila nel nostro Paese, secondo Foad Aodi, presidente delle Comunità del Mondo Arabo in Italia (Comai), a pregano alla Santa Messa insieme ai cattolici, in una esperienza di fraternità spiritaule, anche con abbracci e momenti di grande commozione.

A Ventimiglia, una ragazza musulmana si è tolta il velo, in chiesa, “per rispetto ai cristiani”. “Siamo tutti fratelli e sorelle”, ha detto. A Roma, nella Basilica di Santa Maria in Trastevere, questa mattina, hanno presienziato alla Celebrazione Eucaristica, tra le prime file, tre imam.

La comunità dei musulmani in Italia – si legge in un comunicato – “sostiene e condivide pienamente la presa di posizione espressa dall’Ihei, organo che partecipa attivamente alle concertazioni con il Ministero dell’Interno della Repubblica Francese, e darà seguito anche in Italia a questa iniziativa di testimonianza di fratellanza spirituale”.

La comunità islamica francese ha preso una dura posizione di condanna  – “netta e permanente, senza se e senza ma”, come ha detto il Cardinale Angelo Bagnasco –, proprio in nome della fede musulmana, dei fatti di sangue che hanno seminato il terrore e l’orrore in Europa e a ogni forma di violenza, che “sporca” l’Islam. Ieri, la notizia che i due terroristi che hanno ucciso brutalmente padre Jacques Hamel non avranno sepoltura presso la comunità musulmana. Il quotidiano “Le Parisien” aveva riferito rquanto dichiarato dal presidente del Consiglio regionale islamico della Normandia e direttore della moschea Yahya di Saint-Etienne-du-Rouvray: “Quello che hanno fatto è un atto impuro. Non vogliamo macchiare l’Islam”. “Non parteciperemo né al lavaggio, né alla sepoltura, nel caso in cui venga richiesto dalla famiglia”, ha detto Mohammed Karabila.

Ci sembra fondamentale, in questo momento drammatico, dare con questo saluto dei musulmani d’Italia un segno concreto di profondo rispetto della sacralità dei riti dei ministri e dei luoghi di culto del Cristianesimo, dove i fedeli e i cittadini ricevono le benedizioni della comunione spirituale”, si legge nella Nota.

“I terroristi sono solo criminali e falliti”, ha detto l’imam Ahmed El Balazi di Vobarno nel Bresciano.  ‘Non ho paura. Come me la pensano gli altri Imam con i quali sono in contatto. Questa gente sporca troppo la nostra religione ed è brutto sapere che tanti considerano tutti i musulmani terroristi, non è così”.

Intervistato da Avvenire, il Cardinale Angelo Bagnasco, Presidente della Conferenza Episcopale Italiana, ha commentato questo evento con la speranza che “sia l’inizio di un percorso nuovo”. Ai microfoni di Skytg24, il Cardinale Bagnasco ha affermato di non considerare particolarmente a rischio le chiese e i luoghi cristiani di culto, nel nostro Paese, e dunque non ritenere necessaria “una militarizzazione delle chiese”. “Non bisogna avere paura, altrimenti si fa il gioco di questi fanatici omicidi”, ha dichiarato l’Arcivescovo.

In un tweet, anche il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, ha detto “Grazie a tutti quegli italiani di religione islamica che indicano alle loro comunità la via del coraggio contro il fondamentalismo”. La scelta di partecipare ai riti cattolici della Messa domenicale è stata definita “un gesto è di alto valore simbolico da Omar Camilletti, della Grande Moschea di Roma, che ha però aggiunto che a questo dovrebbero seguire azioni e incontri per una “vera conoscenza reciproca”. In una intervista a Radio Vaticana, ha affermato: “Qui alla moschea riceviamo circa 30mila visitatori l’anno. Quest’anno il numero è sensibilmente diminuito, forse la metà. Sono scuole di tutta Italia, tutta Europa. Penso che una vera azione sarebbe quella di portare dei ragazzi musulmani, dei fedeli musulmani, in visita alle chiese tutto l’anno, non solo questa domenica, perché molti ragazzi, molte ragazze ignorano il fatto che questo Paese abbia migliaia di chiese e che l’identità cristiana sia comunque l’identità religiosa della maggioranza del Paese”. Una lezione di civiltà religiosa per chi, invece, in Italia, in occasione delle principali festività religiose cattoliche, ha proposto di non celebrarle pubblicamente, nelle scuole o addirittura nelle chiese, per non “turbare” la sensibilità dei musulmani.