I migranti morti nel Mediterraneo rivivono nell’Orchestra del Mare

Gli strumenti musicali fatti con il legno dei barconi dei profughi alla scala di Milano hanno realizzato il sogno di Arnoldo Mosca Mondadori

L'Orchestra del Mare a la Scala di Milano.

Non sembrava di essere nella platea di un prestigioso teatro, ma negli abissi del mare dove il fragore della tempesta si mescola con il pianto disperato e le urla strazianti di chi fra quelle onde ha perso un figlio, un padre, una moglie, un amico. Grazie all’Orchestra del Mare è stato possibile entrare in questa dimensione: violini, viole, violoncelli e contrabbassi sono stati realizzati con il legno ricavato dai relitti dei barconi che trasportavano migranti in fuga da violenze, guerre e carestie. L’Orchestra del Mare è parte del progetto “Metamorfosi“, avviato nel 2021 nella liuteria del Carcere di Opera. Tutto è stato reso possibile grazie alla Fondazione “Casa dello spirito e delle arti, presieduta da Arnoldo Mosca Mondadori. Un altro progetto portato avanti dalla Fondazione si chiama “Il senso del pane“, laboratori dove vengono prodotte le ostie, il primo è nato proprio all’interno del carcere di Opera. Un progetto presente in 18 Paesi del mondo grazie alla Fondazione Ennio Doris.

Foto ©Federico Caminiti

L’evento

All’evento – reso possibile grazie a: Fondazione Santo Versace Ente Filantropico ETS, Intesa Sanpaolo, Fondazione Cariplo, Fondazione Peppino Vismara, Confcommercio, Fondazione Alberto e Franca Riva Ente Filantropico, Fondazione della Comunità di Monza e Brianza Onlus, Fondazione San Gennaro. “È una grande gioia essere partner dell’evento Orchestra del Mare a sostegno del progetto Metamorfosi, che riguarda temi a noi molto cari quali la migrazione e la detenzione – affermano Francesca De Stefano Versace e Santo Versace che hanno presenziato alla prima del concerto -. L’amore verso il prossimo in difficoltà e il rispetto della dignità di ogni essere umano sono valori che ci guidano e ci ispirano ogni giorno. Affidare il compito di trasformare il legno delle barche alle persone in stato di detenzione è uno straordinario messaggio di speranza e una concreta opportunità di formazione e rieducazione”.

Paolo Rumiz

La prima alla Scala

Alla prima dell’Orchestra del Mare hanno aderito musicisti d’eccezione: i violoncellisti Mario Brunello e Giovanni Sollima, accompagnati dal violinista francese Gilles Apap e il violinista Sergej Krylov. Suoneranno insieme ai musicisti dell’Accademia dell’Annunciata diretta da Riccardo Doni. L’artista Mimmo Paladino ha offerto come scenografia la sua installazione de “I Dormienti” con un’immagine scenica che rievoca il dramma dei migranti naufragati. Lo scrittore Paolo Rumiz ha recitato un suo testo scritto appositamente per la serata. All’evento erano presenti tante personalità, a partire dal Sindaco di Milano Giuseppe Sala che ha introdotto l’evento, Sua Eminenza il Cardinale José Tolentino de Mendonça, Prefetto del Dicastero per la Cultura e l’Educazione, la vicepresidente del Senato Maria Domenica Castellone, il capo del dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria, Giovanni Russo, il presidente emerito di Intesa San Paolo Giovanni Bazoli, e anche il nostro direttore don Aldo Buonaiuto.

I musicisti dell’Accademia dell’Annunciata

L’intervista

L’Orchestra del Mare è un sogno diventato realtà grazie all’intuizione e all’impegno di Arnoldo Mosca Mondadori. “Tutto nasce da una domanda che ci ha suggerito Papa Francesco: ‘Perché loro e non io?‘. Un quesito che mi pongo anche quando visito i giovani in carcere. Quando sono andato a Lampedusa – racconta Arnoldo Mondadori intervistato da Interris.it -, erano i primi anni del 2000, ho visto queste barche, che sapevo venivano smaltite dal Governo come rifiuti speciali e ho sentito un’inquietudine dentro me. Sono andato dall’allora Ministro degli Interni, Luciana Lamorgese, e ho chiesto se poteva dare a noi alcune imbarcazioni per farle diventare memoria viva e le abbiamo portate nel carcere di Opera. Era il 2021: da quei legni dovevano essere costruiti dei Presepi, invece nacque il primo violino“.

Il primo violino

A costruire il primo violino con il legno dei barconi sono stati dei ragazzi detenuti nel carcere di Opera, seguendo le indicazioni del maestro liutaio Enrico Allorto. La prima cosa che venne costruita con il legno dei barconi fu una grande croce, benedetta dal Pontefice, che fece il giro d’Europa, un pellegrinaggio che ha toccato circa 20 mila chiese. Poi arrivò l’idea di costruire degli strumenti musicali: “Un modo per dare voce a tutte le persone migranti. In questi strumenti c’è la morte, il dolore e la speranza, come nell’Eucarestia – afferma -. Dentro questo progetto c’è la volontà di poter comunicare Gesù Cristo crocefisso e risorto attraverso la musica che è capace di toccare l’animo di tutti, anche dei non credenti. L’obiettivo per me è mettere al centro l’umano, il mistero di Cristo che è in ogni persona scartata. Il progetto – prosegue – è basato su ciò che la società considera uno scarto: le barche che vengono distrutte, i migranti che non vengono accettati e i detenuti che con questi ‘scarti’ costruiscono strumenti”.

La benedizione del Papa

Arnoldo Mondadori racconta dell’incontro con Papa Francesco in cui gli venne presentato il primo violino costruito con il legno dei barconi. “Con me c’era Nicola Piovani che aveva scritto il brano ‘Il canto del legno’ – ricorda -. Nel corso di quell’udienza privata di due anni fa, il Santo Padre ha benedetto il violino. Questa Orchestra è un progetto che nasce dalla preghiera, ci è stato donato – spiega -. Sento che si tratta di qualcosa di meraviglioso, dove gli ultimi sono i primi: alla Scala c’erano due persone detenute che si sono sedute nel Palco Reale dove solitamente si siede il presidente della Repubblica”.

L’installazione “I dormienti”

Lo “spacca barche”

Il presidente della Fondazione “Casa dello spirito e delle arti” spiega che le barche arrivano nella liuteria del carcere con tutto ciò che avevano al loro interno quando sono approdate sul suolo italiano. Uno dei ragazzi, Andrea, addetto allo smontaggio di queste imbarcazioni, ha iniziato trovare degli oggetti: le scarpine dei bambini, dei documenti, i biberon. “Era un ragazzo che non parlava mai. Ma questa esperienza lo ha cambiato e ha iniziato a scrivere un monologo intitolato lo ‘spaccabarche’ in cui parla del suo cambiamento. Andrea scrive: ‘Come una barca può diventare un violino, anche io che sono in carcere e potrei essere rottamato, posso essere trasformato’. Da quel momento Andrea è cambiato profondamente, così come Claudio: entrambi vorrebbero chiedere perdono alle loro vittime: è questa la giustizia riparativa. E’ molto importante questo”.

Le persone detenute smontano le barche giunte nel carcere di Opera foto di Barbara Cardini

I migranti non sono un pericolo

L’eccellenza della musica italiana, ma non solo, è andata quindi in scena alla Scala. “Siamo stati trafitti dalla bellezza, quindi non conta più di che partito o classe sociale sei. Allora, forse, come nella parabola del seminatore durante l’evento qualche seme è caduto in terra fertile – si augura Mondadori -. Il mio sogno è portare questo concerto nelle ‘cinque porte d’Europa’, come le ha chiamate il Papa durante il suo viaggio a Marsiglia: Italia, Grecia, Spagna, Malta e Cipro. Questa non è un’orchestra stabile, ma è un progetto di adesione, noi portiamo gli strumenti che poi verranno suonati da musicisti europei o internazionali. Mi piacerebbe portare questo concerto in tutto il mondo: le persone fuggono da ogni parte del globo a causa di guerre, carestie, miserie. Come dice il Papa – conclude Arnoldo Mondadori, i migranti non sono un pericolo ma un segno di preparazione al futuro. Questo è ciò che vogliamo far emergere con la nostra Orchestra del Mare“.