Usa, Michael Flynn si è dimesso per contatti ‘compromettenti’ con i russi

Prime grane “interne” per il neo presidente Usa Donald Trump. Il consigliere per la sicurezza nazionale della Casa Bianca, il generale in pensione Michael Flynn, si è dimesso dopo essere stato travolto dalle critiche per presunte conversazioni avute con l’ambasciatore russo negli Usa in cui i due uomini parlavano delle sanzioni a Mosca.

Le accuse

Pesanti le accuse a carico del generale, fresco di nomina come National Security Adviser della Casa Bianca. Non solo ha avuto contatti compromettenti in cui aveva discusso con l’ambasciatore russo a Washington, Sergey Kislyak, la levata delle sanzioni su Mosca (telefonate avvenute quando Flynn non si era ancora insediato ma vi era stato già designato e, conseguentemente, tutte le sue conversazioni erano obbligatoriamente intercettate dalle agenzie di intelligence); ma l’ex generale ha compiuto anche un secondo passo falso: dinanzi alle richieste di chiarimenti da parte del vicepresidente Mike Pence sui negoziati segreti tra Flynn e l’alto rappresentante di Vladimir Putin, il generale mentì.

“Ricattabile dalla Russia”

L’ultimatum sulla “defenestrazioine” è stato dato al presidente Trump dal Dipartimento di Giustizia sottolineando come la posizione di Flynn fosse ormai “insostenibile” in quanto “ricattabile dalla Russia”: Mosca conosce infatti i contenuti delle conversazioni private e potrebbe rivelarli a piacimento. Il generale era a capo del National Security Council, l’organo che elabora per il presidente le strategie militari e di politica estera. Lo stesso Trump ha nominato Joseph Keith Kellogg Jr. suo consigliere della Sicurezza nazionale ad interim.

Petraeus

Ma i media statunitensi ipotizzano l’ex capo della Cia, David Petraeus, tra i favoriti al vaglio dell’amministrazione Trump per il posto di consigliere per la sicurezza nazionale. Petraeus si guadagnò fama di ufficiale competente durante le sue missioni in Iraq e in Afghanistan. Venne nominato direttore della Cia nell’aprile del 2011 sotto l’amministrazione Obama, ma in quella occasione fu costretto a dimettersi: passò informazioni riservate sulle sue operazioni militari alla sua amante e biografa Paula Broadwell. Accettata una condanna a due anni e saldato il conto con la giustizia, ora Petraeus è nuovamente in lizza.