Slogan contro Usa e Israele nella celebrazione della Rivoluzione di Khomeini

A Teheran, Piazza Azadi ospita i festeggiamenti per il 36° anniversario della Rivoluzione islamica dell’11 febbraio 1979. Le manifestazioni che affollano diverse città del Paese, ricordano la caduta del repressivo regime di Shah Mohammad Reza Pahlavi e la proclamazione della Repubblica islamica la cui Costituzione si ispira alla legge coranica.

“Morte agli Usa e ad Israele” è stato lo slogan lanciato dai cittadini che già dall’alba hanno sfilato per le strade della capitale. Le celebrazioni per l’anniversario della rivoluzione iniziano ogni anno il 31 gennaio alle 9.33, l’ora esatta in cui il fondatore della Repubblica Islamica, l’ayatollah Ruhollah Khomeini, scese dal Boeing 747 che dalla Francia lo riportò dopo 15 anni di esilio in Iran per aver apertamente criticato il regime.

Nel tentativo di fare dell’Iran la potenza principale del Medio Oriente, lo Shah rese sempre più di carattere nazionalista i lineamenti del Regno, impegnando ingenti risorse economiche nella costruzione di un potente e modernissimo esercito e nell’auto celebrazione della monarchia. Gli Usa avevano dato la loro approvazione per l’acquisto di ogni tipo di armamento, escludendo quelli di tipo atomico, e i festeggiamenti per i 2500 anni della monarchia nel 1971 costarono al Paese 250 milioni di dollari.

Di fronte alle prime manifestazioni del popolo sempre più contrario alle scelte di Pahlavi, il monarca rispose con la forza. Iniziò autorizzando arresti di massa, migliaia di cittadini vennero torturati e molti assassinati. Nel 1975 lo Shah dichiarò illegali tutti i partiti politici, disperdendo attraverso violenti atti di repressione ogni forma di opposizione legale e favorendo però la nascita di gruppi clandestini di resistenza.

I ribelli erano guidati in prima linea da uomini appartenenti al gruppo marxista che si unirono ai mujaheddin islamici così da allargare le basi della protesta. In breve tempo il clero sciita divenne l’unico vero punto di riferimento della rivolta imponendo un profilo sempre più religioso alla contestazione. Il 30 marzo un referendum sancì la nascita della Repubblica Islamica dell’Iran con il 98% dei voti.