MUSICA TRA PASSATO E PRESENTE, AL VIA “UMBRIA JAZZ” CON MASSIMO RANIERI E MIKA

Si accendono i riflettori sull’Umbria Jazz 2016. Partenza col botto per una dei festival più famosi della penisola con il concerto di Massimo Ranieri all’arena Santa Giuliana. Anche quest’anno, la manifestazione ruota attorno alla formula che riesce a sommare la grande musica e le suggestioni dell’acropoli perugina, un concentrato di storia, arte, tradizioni. Lo scenario dei grandi eventi è, come avviene da 14 anni, l’Arena, dove, tra gli altri, si potranno ascoltare Mika, Buddy Guy, Diana Krall, Stefano Bollani, Chick Corea, Pat Metheny & Ron Carter, la reunion di Steps Ahead, l’inedita partnership John Scofield- Brad Mehldau-Mark Guiliana, Marcus Miller, il quartetto di Branford Marsalis con Kurt Elling, Melody Gardot, George Clinton. I concerti nei due teatri cittadini (la rilettura di Bach di Ramin Barhami-Danilo Rea, Roberto Gatto, The Golden Circle, l’omaggio “Duke” di Fabrizio Bosso, la novità Jacob Collier, Ezio Bosso, la Cosmic Renaissance di Gianluca Petrella e molto altro) propongono musica di qualità per veri fan del jazz.

I palchi all’aperto (musica in piazza e gratuita) rappresentano la continuità con l’Umbria Jazz delle origini e la sua vocazione popolare. Con il funky di Fred Wesley, i ritmi cubani di Pedrito Martinez, la classica vocalità di Alan Harris e lo swing-jive di Ray Gelato, e naturalmente con i Funk Off. Alle tradizionali location del festival si aggiungono due spazi-simbolo di Perugia: la basilica di San Pietro, dove Paolo Fresu presenterà due sue produzioni, una delle quali inedita, frutto della collaborazione tra Umbria Jazz e Sagra musicale Umbra, e la Galleria Nazionale dell’ Umbria, dove, nell’ambito dei concerti di mezzogiorno si esibirà anche il giovanissimo (13 anni) Joey Alexander. La Galleria ospita, inoltre, una mostra fotografica di Silvia Lelli e Roberto Masotti. Ed a proposito di collaborazione con le istituzioni culturali perugine, spicca la rilettura della Such Sweet Thunder di Duke Ellington a cura di Mario Raja con l’orchestra del Conservatorio in occasione del quattrocentesimo anniversario della morte di William Shakespeare.