Massa Carrara, intervento risolutivo su una bambina con grave cardiopatia

La piccola, nata col cuore che batteva a destra e una conformazione anatomica che determinava una circolazione sanguigna diversa, in precedenza era stata sottoposta a due operazioni palliative

Foto di fernando zhiminaicela da Pixabay

Intervento risolutivo all’Ospedale del cuore della Fondazione Monasterio a Massa (Massa Carrara) per una bambina di 6 anni, di origine straniera, affetta da una grave cardiopatia congenita.

Cuore a destra

La piccola è nata con il cuore che batte a destra e una conformazione anatomica tale da determinare una circolazione sanguigna diversa: è affetta “da una trasposizione congenitamente corretta che consiste in una doppia inversione atrio-ventricolare e ventricolo-arteriosa. Una particolare anatomia del cuore che – si spiega – ‘impone’ al corpo una correzione fisiologica dei flussi sanguigni”.

Operazione palliative

All’estero, riferisce la Fondazione Monasterio, la bambina è stata sottoposta a due operazioni ‘palliative’. E “si rinuncia all’intervento risolutivo”, effettuato invece a Massa: un pool multidisciplinare ha studiato il cuore della bimba su un modello 3D, poi la piccola è stata operata da Vitali Pak, che guida la cardiochirurgia pediatrica e del congenito adulto. La bambina, dopo anche “uno straordinario lavoro di rianimazione e cura post operatoria“, è stata dimessa a 20 giorni dall’intervento: sta bene ed è tornata alla vita normale, dai suoi genitori e dalla sorellina gemella. La bambina era stata operata una prima volta nel 2017, a Berlino, per una riparazione della valvola atrio-ventricolare, operazione “che non è una risposta definitiva” così come il secondo intervento, eseguito l’anno dopo, per una insufficienza della valvola tricuspide.

L’intervento definitivo

La bambina arriva poi all’Ospedale del cuore a Massa dove “un intervento correttivo definitivo su un’altra piccola paziente con il cuore a destra associato con la doppia discordanza cardiaca è già stato eseguito con ottimi risultati. Viene organizzato un consulto multidisciplinare”: nell’equipe c’è anche Simona Celi, ingegnere meccanico, ricercatrice di bioingegneria e responsabile del BioCardioLab. E’ lei, con il gruppo di ricercatori che la affianca, a creare” il modello 3D del cuore di Aimisei. “E’ su quel modello che i clinici” definiscono “le modalità di azione e decidono, insieme, di eseguire l’intervento definitivo” di “‘doppio-switch’ con una procedura definita ‘senning-jatene’, che consiste “in uno switch atriale in cui i flussi venosi atriali vengono ridirezionati verso i ventricoli di rispettiva competenza, e in uno switch arterioso in cui aorta e arteria polmonare vengono riconnessi ai ventricoli corretti”.

Fonte Ansa