In mostra a Bologna Duchamp, Magritte e Dalì: “I rivoluzionari del ‘900”

Bologna ospita da oggi la grande mostra “Duchamp, Magritte, Dalì. I rivoluzionari del ‘900″. L'esposizione metterà in scena a Palazzo Albergati uno dei periodi più dirompenti di tutta la storia dell’arte, con nomi del calibro di Marcel Duchamp, Man Ray, René Magritte, Max Ernst, Francis Picabia, Kurt Schwitters, Salvador Dalì: il gotha dei due movimenti, completato dalla presenza del più “giovane” ma altrettanto eversivo Jackson Pollock.

Le opere

In mostra 180 quadri, sculture, fotografie, collage, ready-made, più una serie di preziosi documenti, tutti provenienti dall’Israel Museum di Gerusalemme.

Una rara occasione per trovarsi a tu per tu con un numero incredibile di opere icona, come la dissacrante “Gioconda con i baffi” di Duchamp o Le Chateau de Pyrenees di Magritte, ma anche per scoprirne vicende e significati poco noti.

Si apprenderà così l’enigma ambiguo nascosto nel titolo ufficiale della Monna Lisa sfregiata (L.H.O.O.Q.), tra gli esempi più eclatanti del gusto di Marcel Duchamp per i giochi di parole, ma anche la singolare storia della pietra in volo nei cieli di Magritte, che il precedente proprietario – l’avvocato newyorkese Harry Torczyner – teneva appesa nello studio come una finestra su un altro mondo, da guardare al posto dello sgradito panorama di Manhattan.

E poi l’eccentrico Surrealist Essay di Dalì, il ready made duchampiano Waistcoat for Benjamin Peret, la paradossale Main Ray di Man Ray, i mondi visionari di Yves Tanguy, i ritratti scomposti di Picabia.

Le sezioni: Surrealismo e Dada

Curato da Amina Kamien-Kazhdan e David Rockefeller, il percorso si articolerà in sezioni dedicate ai temi più cari a Surrealisti e Dada, come “Illusioni e paesaggi da sogno” o “Automatismo, biomorfismo e metamorfosi”, per scoprire le più inquietanti ibridazioni tra umano, organico e inorganico. “Meravigliose giustapposizioni” sorprenderà con fotomontaggi, collage e spiazzanti assemblaggi di oggetti, mentre “Desiderio” esplorerà il mito della donna nelle sue declinazioni più oscure, tra cui il celebre Le rêve de Vénus di Dalì.

Una collezione fuori dal comune

Gran parte dei pezzi in mostra per “Duchamp, Magritte, Dalì. I rivoluzionari del ‘900” è approdata all’Israel Museum tra il 1972 e il 1998 dalla leggendaria raccolta milanese di Arturo Schwarz, uno dei collezionisti più atipici nel panorama italiano.