Omicidio cugini ad Acireale: confessa il proprietario dell’agrumeto

I corpi di Virgilio Cunsolo Terrano e Vito Cunsolo, cugini, erano stati scoperti in un agrumeto nella frazione di Pennisi

Svolta nelle indagini per la morte dei due cugini d Acireale. I corpi di Virgilio Cunsolo Terrano e Vito Cunsolo, di 29 e 30 anni rispettivamente, erano stati scoperti ieri, 23 giugno, in un podere di via Roccamena alla periferia di Acireale nella frazione di Pennisi.

Le vittime abitavano nel rione Librino di Catania. A cercare Cunsolo e Cunsolo Terrano erano stati alcuni familiari, visto che il giorno prima – martedì – non erano rientrati a casa. Durante la notte i carabinieri della compagnia di Acireale hanno sentito familiari, amici e conoscenti delle due vittime, che sarebbero parenti tra loro, per ricostruire la loro personalità e le loro frequentazioni.

Indagini serrate

I militari hanno fermato un agricoltore, Giuseppe Battiato. L’uomo avrebbe ammesso le proprie responsabilità motivando il gesto con l’esasperazione per il continuo ripetersi dei furti di limoni nel suo agrumeto.

Battiato, pensionato 72enne e proprietario dell’agrumeto, ha detto di essere stato svegliato intorno alle 3 di notte dalla presenza in casa sua dei due giovani, che giorni prima l’avrebbero minacciato intimandogli di abbandonare la proprietà e di aver fatto fuoco con una pistola che teneva “sotto il cuscino per il timore di subire ulteriori minacce e furti, come negli anni passati era già avvenuto”.

Successivamente, l’uomo avrebbe trasportato i due corpi nel luogo del ritrovamento con una carriola adibita al trasporto dei limoni. Al momento del ritrovamento dei due cadaveri l’uomo avrebbe confessato il reato e fatto ritrovare l’arma utilizzata, una pistola semiautomatica Browning 7,65, che aveva nascosto sotto una palma nana insieme con il telefono cellulare di una delle due vittime.

Mercoledì sera, sul luogo del rinvenimento dei due cadaveri, sono arrivati molti conoscenti dei Cunsolo che abitavano al Villaggio Sant’Agata e ci sono stati momenti di tensione con i militari dell’Arma. Le indagini dei carabinieri sono state coordinate dal sostituto procuratore Michela Maresca.