Sant’Angela da Foligno: ecco perché era chiamata “Maestra dei teologi”

Sant’Angela da Foligno, Terziaria francescana Foligno (Perugia), 1248- Foligno, 4/01/1309. Nasce in una famiglia discretamente agiata.

Avvenimenti

Trascorre la giovinezza nella prosperità e nel lusso; dopo il matrimonio conduce una vita molto mondana. Secondo alcuni biografi ha fatto confessioni e comunioni sacrileghe ed è stata anche una moglie infedele.

• Si reca dal francescano Arnaldo da Foligno per una confessione generale.

• Donate ai poveri tutte le sue ricchezze, entra nel Terz’Ordine Francescano e nel 1291 prende i voti. Attono a lei si raccoglie un cenacolo di anime, che dirige spiritualmente anche con lettere e scritti.

• Per obbedienza a Dio, detta al suo confessore le sue rivelazioni, che vengono raccolte nel Libro delle mirabili visioni e consolazioni, pagine tra le più alte della mistica cristiana. Grazie ad esse Angela, pur non avendo fatto alcuno studio di teologia, riceve l’appellativo “la Maestra dei teologi“.

Aneddoti

• A 37 anni, dopo la morte del marito e dei figli, le appare san Francesco, che la invita ad abbandonare le ricchezze e la vita dissipata.

Nel 1291 durante un pellegrinaggio ad Assisi, mentre si trova nella basilica superiore, davanti alla vetrata che rappresenta Gesù che stringe al petto San Francesco, è rapita in estasi. Vede venirle incontro il Signore; ciò la riempie di una felicità indicibile. Alla fine della visione Angela è colta da una grande desolazionie e si abbandona ad una reazione abnorme di tipo isterico, con grida e perdita di sensi. Frate Amaldo, presente alla scena, la rimprovera aspramente e le dice di non tornare più ad Assisi.

Assiste ammalati e lebbrosi con grande carità: è famoso il sao gesto di bere l’acqua con ha lavato le piaghe di un appestato.

Una volta chiede la benedizione alla Madonna e si sente rispondere: «Sii tu benedena me e dal mio Figliolo».

Spiritualità

Appena dopo la conversione, anela a Cristo con tutto il cuore e tume le o forze. Concentra la sua meditazione soprattutto sulla passione di Gesù e sulla Trinità. Il Signore le dice: “Tu conoscerai che io sono in te allorquando, se qualcuno ti oltraggia e ti nuocerà, tu non solo sopporterai con pazienza, ma proverai vivo desiderio degli oltraggi e delle sofferenze e le reputerai una grazia. Questo è il segno certissimo di Dio”.

Ha un grande spirito di carità per i poveri e i lebbrosi, assistendo i quali dice di percepire la stessa seasazione& amore che prova nell’accostarsi alla Comunione eucaristica. Descrive un suo periodo di grande e desolante aridità spirituale col paragonarsi a un impiccato che «con le mani legate dietro la schiena e il cappuccio sugli occhi, pende vivo dalla forca senza trovare alcun appoggio.

Morte

Nel mese di settembre 1308 si ammala gravemente ed è costretta a letto sua casa. Dopo il giorno di Natale, prega i suoi figli spirituali che circondano il suo letto ad amarsi scambievolmente e li benedice uno ad uno. Pur soffrendo molto, riesce a comunicare le sue ultime esperienze mistiche. Gesù le dice: «Vieni, o sposa mia diletta, mia bella, d me amata con predilezione. Vieni, perché tutti i santi t’aspettano con grande letizia. No incaricherò né gli angeli, né altri santi di condurti da me. Verrò io personalmcate eti ponai con me».

Il 3 gennaio 1309 le sue sofferenze passano improvvisamente: rimane in uno stato di quiete spirituale fino a sera. Si addormenta nella pace del Signore dicendo: «La gioia è cominciata». Viene sepolta nella chiesa di San Francesco a Foligno. Il suo culto è confermato nel 1693. E’ canonizzata nel 2013.

Tratto dal libro “I santi del giorno ci insegnano a vivere e a morire” di Luigi Luzi