MARec, una rinascita che parte dalla macerie

Presentato il volume dedicato alle opere presenti all’interno delle sale del nuovo museo diocesano di San Severino

Foto Interris.it

Presso i locali del Museo dell’Arte Recuperata (MARec) a San Severino, é  stato presentato il volume dedicato alle opere presenti all’interno delle sale del nuovo museo diocesano. La pubblicazione è stata curata dalla direttrice del museo, Barbara Mastrocola, ed è un percorso che sintetizza il lavoro di recupero di queste opere d’arte che erano state danneggiate dal sisma del 2016. É stato un lavoro impegnativo che – dice Barbara Mastrocola – “raccoglie in sé le ferite provocate da un terremoto che fa parte del nostro stesso tessuto storico e sociale. Io – aggiunge soddisfatta – sono molto orgogliosa di questo lavoro perché si tratta di un catalogo non solo utile agli studiosi dell’arte, ma anche fruibile da chiunque, compresi i tanti giovani che oggi vedo presenti”.
A fare gli onori di casa è l’Arcivescovo di Camerino – San Severino Marche e di Fabriano e Matelica, Francesco Massara. “Nella vita noi tutti dobbiamo volare in alto e tentare di realizzare i nostri sogni. Quando sono arrivato qui – racconta il vescovo – sognavo di portare alla luce tutte le opere ammassate nel deposito. Tramite la Regione Marche ho presentato un progetto che ha dato alla luce il MARec che ad oggi – conclude – vanta ottomila visite in un anno”.
All’indomani del terremoto tremila opere sono state portare qui per volere di Pierluigi Moriconi, funzionario storico dell’arte soprintendenza archeologia, belle arti , paesaggio province Ascoli Piceno, Fermo e Macerata. “ Erano opere – dice Moriconi – rovinate indirettamente dal terremoto perché l’edificio in cui si trovavano era inagibile”.
Aver ridato una vita a queste opere ha un significato importante per l’intera comunità e significa – afferma Chiara Biondi, Assessore cultura Regione Marche – “avere recuperato il nostro patrimonio che potrà essere fruito anche dalle generazioni future che non avranno vissuto sulla propria pelle il tragico evento del terremoto”.
Si tratta dunque di un luogo di rinascita perché “testimonia un percorso che è iniziato tra le macerie e ha valorizzato tutto il patrimonio che questa terra ci ha regalato. Questo luogo ci fa ricordare che c’erano persone che, durante la distruzione, già pensavano a come ricostruire il futuro di queste comunità.” dice Paolo Iannelli, Soprintendente Speciale per le are colpite dal sisma del 24 agosto 2016.
Il catalogo presentato oggi è figlio di tutto questo e dimostra come si tratti di un museo che ha un effetto positivo su tutta la comunità di riferimento” afferma Giovanni Issini, Soprintendente Archeologia, Belle Arti Paesaggio Ascoli Piceno, Fermo e Macerata.
Per questo Mons.Paolo De Nicolò, Vescovo e Reggente Emerito della Casa Pontificia esorta ad “inviare questo catalogo a tutti i direttori dei musei più importanti del mondo e – conclude con entusiasmo – vedrete come saranno molti ad essere attratti da questa opera”.