SIRIA, INAUGURATA UNA NUOVA STATUA DELLA VERGINE A MAALOULA

Una nuova statua della Vergine Maria è stata inaugurata due giorni fa sulla montagna che domina Maaloula, l’antica cittadina cristiana, a 55 km a nord di Damasco, nota per la ricca presenza di monasteri e chiese che risalgono ai primi secoli del cristianesimo. Una sua peculiarità è che i circa 4000 abitanti del villaggio – in maggioranza cristiani – parlano ancora l’aramaico, la lingua usata ai tempi di Gesù Cristo.

La statua della Madonna è stata posta in sostituzione di quella che venne barbaramente distrutta dai ribelli anti Assad nel 2013 al grido “Solo Allah può essere adorato nella terra del Levante”. L’istallazione della nuova rappresentazione della madre di Gesù – venerata anche nel Corano come “Prediletta di Allah” – è stata festeggiata da diverse famiglie cristiane lì presenti, oltre ai capi religiosi, fra bandiere nazionali e un grande ritratto del presidente siriano Bashar Assad.

L’insediamento della statua della Vergine vorrebbe dare il segnale che la vita a Maaloula è ritornata al suo ritmo normale dopo l’occupazione subita alla fine del 2013 da parte dei jihadisti del Fronte “al Nousra”, che distrussero chiese, icone e uccisero alcuni cristiani. I terroristi sequestrarono anche alcune suore e ragazze ospiti del convento, liberate poi dopo mesi, scambiate con decine di prigionieri nelle carceri siriane. I cristiani della Siria costituiscono il 10% della popolazione, che si aggira sui 22 milioni. A causa della guerra che dura da più di 4 anni, almeno il 30% dei cristiani è rifugiato nei Paesi confinanti (Libano, Giordania, Turchia) o è sfollato interno.