“Nidi dell’uovonero”, una rete di librerie per la lettura accessibile a tutti

L’intervista di Interris.it a uno dei tre co-fondatori della casa editrice uovonero, Sante Bandirali. sul progetto “Nidi dell’uovonero”

Leggere è un diritto di tutti, ma non tutti leggono allo stesso modo. La lettura può avvenire con modalità e supporti diversi in base all’età, per via di difficoltà cognitive o di disturbi dello spettro autistico. La diversità e la neurodiversità non sono un vero ostacolo, se pensiamo a come farle entrare in contatto e unirsi a quelle situazioni che consideriamo, comunemente, “normali”. Da più di dieci anni la casa editrice cremasca uovonero ha scelto di percorrere la strada dell’inclusione pubblicando testi ad alta leggibilità e volumi illustrati alla portata davvero di tutti i lettori. Per raggiungere e sensibilizzare un pubblico sempre maggiore e scardinare stereotipi sulle neurodiversità e sull’autismo, ha lanciato il progetto “Nidi dell’uovonero”: formare una rete di librerie autism-friendly che facessero sentire i giovani e giovanissimi con problemi di autismo a proprio agio. L’obiettivo dell’iniziativa era quello di avere una libreria in ogni regione, i numeri invece sono – per fortuna – ben altri.

L’intervista

Per conoscere meglio la storia di uovonero, il suo progetto editoriale, le sue collane di libri e come sta andando il progetto dei “nidi”, Interris.it ha intervistato uno dei co-fondatori, insieme a Enza Crivelli e Lorenza Pozzi, il musicologo Sante Bandirali.

Come e in quale contesto editoriale nasce uovonero?

“L’idea del progetto l’abbiamo avuta nel 2008, ci siamo presi del tempo per studiarlo e nel 2010 siamo partiti ufficialmente. In quel periodo c’erano già case editrici che pubblicavano libri ad alta leggibilità, ma alcune aree rimanevano scoperte e abbiamo pensato di inserirci lì con un progetto editoriale imperniato su libri accessibili, come i libri in simboli, e di buona qualità che fossero adatti e in grado di essere condivisi da tutti i bambini. Per noi era importante che anche in Italia si cominciasse a parlare di autismo e neurodiversità nel modo corretto, scardinando degli stereotipi e mettendo l’accento sull’importanza delle percezioni sensoriali nell’autismo. Enza Crivelli è una pedagogista clinica e lavora da tempo con i simboli della Comunicazione aumentativa alternativa come quelli Pcs (Picture Communication System), dei pittogrammi molto semplici, e Wls (Widgit Literacy Symbols), che contengono invece qualche elemento in più, e desiderava che i bambini che seguiva, come quelli che presentavano disturbi dello spettro autistico, potessero trovare dei libri adatti a loro. Per qualche anno la nostra produzione era in traduzione, fortunatamente poi abbiamo trovato anche della narrativa italiana in linea con il nostro progetto.  Pubblichiamo anche saggistica, tutto edito già all’estero ma non ancora in Italia, e il primo libro è stato un testo di riferimento sulla tematica dell’autismo, ‘Le percezioni sensoriali nell’autismo e nella sindrome di Asperger’ di Olga Bogdashina”.

Ci può illustrare in cosa consiste il vostro progetto editoriale?

“Per spiegare com’è articolato ricorro alla metafora dell’uovo. Il ‘tuorlo’, il nucleo di uovonero, sono i libri accessibili e ad alta leggibilità, cioè con alcuni criteri grafici, editoriali e tipografici che possono andare dalla carta avoriata, che anche se colpita dalla luce non fa trasparire il testo stampato nella pagina successiva, e alla scelta di inserire una mappa dei personaggi come riferimento a cui poter ricorrere durante la lettura. Queste sono le collane Pesci parlanti e i Libri di Camilla, questi ultimi titoli già pubblicati da altri editori a cui diamo una nuova versione in simboli. Nel 2013 abbiamo inaugurato la collana Abbecedanze con la serie sulla dislessia ‘Hank Zipzer il Superdisastro’, scritta da di Henry  Winkler, meglio noto come Fonzie di ‘Happy Days,’ e ispirata alla sua infanzia, in cui si trasmette il messaggio positivo che la persona dislessica non è pigra o altro ma è colpita da questo disturbo dell’apprendimento. E dal 2021 tutti i nostri libri escono ad alta leggibilità. Dopo il tuorlo c’è l’albume, una sorta di cintura protettiva del nucleo. In questo caso, i libri parlano di diversità, di neurodivergenze, di condizioni particolari in cui si trovano i personaggi, per illustrare la bellezza e la ricchezza della diversità. Ne fa parte la collana i Geodi, albi illustrati per le fasce età 0-6 e 6-8 anni, romanzi in cui ci sono parti di sole illustrazioni o di solo testo e un graphic novel. Infine c’è il guscio dell’uovo, la parte solida, che è la competenza scientifica, seguita da Crivelli, che è anche responsabile di alcuni centri per l’autismo in Lombardia. I primi tre titoli che abbiamo pubblicato sono stati ‘Riccio Lino e le gommolose’, un albo illustrato in cui si racconta la storia di questo riccio che prima viene emarginato poi si rivela essere un eroe e un amico, la classica  ‘Cappuccetto rosso’ rivisitata in simboli PCS e in formato ®sfogliafacile, cioè con una sagomatura delle pagine che facilita lo sfoglio, e ‘Un’aliena nel cortile’, il primo saggio sulla situazione scolastica delle persone con autismo scritto da una persona autistica, Clare Sainsbury. Un testo molto rigoroso e preciso nel parlare delle difficoltà che si incontrano nelle varie fasce scolastiche, per cui l’autrice si è avvalsa di testimonianze e supporti scientifici. Così nel 2008 abbiamo pensato il progetto e così è partito, poi abbiamo dato vita ad Altrimenti, nel 2011, ed a Abbecedanze, nel 2013”.

Su cosa si incentra la collana “Altrimenti”?

“Si tratta di giochi e attività ludiche progettati per consentire di giocare anche ai bambini neurodivergenti, che hanno delle loro peculiarità che vanno prese in considerazione. Il primo di questa collana è stato ‘Kikkerville’, un gioco da tavolo che mette in risalto lo spirito di collaborazione e i punti di forza di tutti invece della competizione. I giocatori lanciano i dadi per spostarsi e muovono i segnalini, dalla forma di una ranocchia, in base al numero uscito. Si gioca da due a quattro giocatori, su un tabellone rotante che gira a ogni turno, e al giocatore spetta di superare delle prove grazie alla collaborazione degli altri. Si vince quando tutti arrivano alla fine del percorso. In seguito abbiamo pubblicato ‘Domino i verbi’ coi simboli, un domino dove c’è anche un libretto che mostra delle frasi semplici per aiutare i bambini a familiarizzare con i verbi”.

Cosa sono e per cosa sono stati pensati i quaderni di “Intanto faccio qualcosa”?

“In questo caso si tratta di una serie, non di una collana, che è nata, durante il primo lockdown, nel 2020, da un progetto di solidarietà digitale. I bambini che dovevano frequentare i centri di terapia si sono trovati chiusi in casa senza poter fare nulla di adatto a loro, così da marzo a giugno abbiamo pubblicato quotidianamente quattro diverse attività pensate per bambini con problemi dello spettro autistico. Il progetto è stato molto seguito e molte persone ci hanno chiesto come potevano avere quei materiali, per cui abbiamo pensato di realizzare una serie di activity book. E’ stata quindi una serie stimolata dal pubblico e dopo la prima tiratura abbiamo dovuto fare una ristampa”.

Come si realizza un libro in simboli?

“I libri in simboli sono destinati a bambini che ancora non sanno leggere o stanno muovendo i primi passi verso la lettura, così come possono andare bene anche per i bambini di origine straniera che già sanno leggere nella loro lingua e stanno imparando a farlo in italiano. Pcs e Wls sono due raccolte di simboli differenti tra loro. I Pcs sono dedicati alla comunicazione interpersonale, sono formati da icone che rimandano in modo diretto al significato e servono per realizzare tabelle di comunicazione per i vari contesti di vita. Li usiamo nella collana Pesci parlanti, dove con grande libertà plasmiamo i testi delle fiabe tradizionali intorno ai simboli. I Wls invece sono più per il supporto alla lettura di un testo preesistente, in questo caso l’uso dei simboli permette una migliore comprensione del testo”.

Come cambiano i bisogni dei piccoli lettori a cui vi rivolgete?

“I bambini si aspettano di essere trattati da bambini, non di essere ‘adultizzati’ o di venire ingannati. I bambini vogliono sapere le cose, anche le più scomode, e vogliono conoscere il mondo che li circonda,  altrimenti finiscono per essere sprovvisti per degli strumenti per capire quello che succede. Libri che tempo fa sembravano improponibili oggi hanno sempre più successo, sono sempre più desiderati e richiesti dai bambini e dai ragazzi stessi, che si sentono responsabilizzati”.

A quante librerie siete arrivati nella rete dei “Nidi dell’uovonero”?

“A inizio 2022 ci siamo domandati, dopo 12 anni di lavoro, se nel mondo editoriale si pensasse ancora che i libri in simboli siano prodotti di nicchia, quando in realtà sono per tutti i bambini. Il rischio è che questi testi non siano presentati in modo corretto ai lettori, così abbiamo ci siamo rivolti ai librai che conoscono i nostri temi e che erano formati sul come accogliere e comunicare con piccoli lettore con problemi di autismo che sono in cerca di un libro adatto a loro. Abbiamo voluto dare consapevolezza ai librai e creare luoghi che li facessero sentire a proprio agio e dessero loro un senso di protezione. L’obiettivo di partenza era quello di avere almeno una libreria per ciascuna regione, siamo a 94 librerie in 17 regioni. C’è stata una grande accoglienza in termini numerici e di calore umano, tanti librai hanno aderito a questo progetto e hanno seguito i corsi di formazione dedicati alla conoscenza dei libri e al funzionamento sensoriale della comunicazione delle persone neuro divergenti”.