HAWAII, IL CARDINAL LEVADA ARRESTATO (E RILASCIATO) PER GUIDA IN STATO DI EBBREZZA

Guai giudiziari per il Cardinale William Joseph Levada, ex Arcivescovo di San Francisco e Portland, arrestato martedì per guida in stato di ebbrezza. Fermato dalla polizia di Kailua-Kona, nelle Hawaii, dopo essere stato visto alla guida della sua vettura fuori controllo, al porporato sono toccate due ore di cella prima di essere rilasciato a fronte del pagamento di una cauzione da 500 dollari. Il cardinale dovrà presentarsi il 24 settembre alla corte del distretto di Kona per sottoporsi ad un’udienza preliminare.

Levada si pente e tramite un comunicato dell’Arcidiocesi di San Francisco esprime le sue più sentite scuse e la sua piena disponibilità a collaborare con le autorità hawaiane. Alla domanda su come l’Arcidiocesi gestisce situazioni come questa, lo spokesman Michael Brown, ha fatto sapere che, in questo caso specifico, “una punizione non è in discussione.”

“Parlando generalmente – ha continuato il portavoce – fatti del genere vengono esaminati caso per caso; dove c’è stato un errore inconsapevole, è considerato meno serio. Se al contrario ci sono indicazioni di un problema più grave, l’avvenimento viene trattato di conseguenza”.

Nessun richiamo quindi per il Prelato, che si trovava in vacanza con altri sacerdoti quando è stato fermato dalla pattuglia a mezzanotte, lungo Hina Lani Street, dopo una serata passata a bere. Resta però il comportamento a dir poco non consono a un personaggio della sua statura, soprattutto visto i suoi 79 anni di età e il ruolo di “guida” – inevitabile il gioco di parole – che ricopre.

Levada, Arcivescovo di San Francisco dal 1995 al 2012, è stato nominato nel 2005 Prefetto della Congregazione per la Dottrina e la Fede, incarico occupato in precedenza dal Cardinale Joseph Ratzinger prima di venire eletto Papa, e ordinato Cardinale nel 2006 proprio da Benedetto XVI. Fu nell’occhio del ciclone durante gli scandali sulla pedofilia che hanno coinvolto la Chiesa Cattolica: come Cardinale di “rango” più alto del Paese spettò infatti a lui gestire la vicenda e comunicare con la stampa, suscitando scalpore col suo intervento in difesa del Cardinale di Los Angeles Roger Mahoney.