Coppa Italia, la notte magica del Napoli: Juve k.o. e trionfo a porte chiuse

La finalissima di Roma si chiude a reti bianche, gli azzurri vincono ai rigori. Primo trionfo per Gattuso, sesto per i partenopei nella Coppa nazionale. E ora tocca al campionato

I giocatori del Napoli festeggiano la vittoria della Coppa Italia - Foto © Facebook/Champions League

E’ azzurro il cielo sopra Roma. Il Napoli vince la Coppa Italia, batte la Juve ai calci di rigore. E’ la vittoria di un guerriero, di un uomo semplice ma concreto come Rino Gattuso che proprio contro la Juve aveva perso la finale ai tempi del Milan. E stavolta si prende la meritatissima rivincita. Partita non bella, giocata su sottili fili di equilibrio. Il Napoli ha creato le occasioni più ghiotte, ma si è vista ripagare dalla lotteria dei calci di rigore. A segno Insigne, Politano, Maksimovic e Milik, sbagliano Dybala e Danilo, inutili le reti di Bonucci e Ramsey. Stecca Maurizio Sarri, stecca Cristiano Ronaldo che sperava di alzare un altyro trofeo. Ma è la notte del Napoli, meritata, e del suo allenatore, Rino Gattuso. Ha cambiato tutto dal suo arrivo. E questo è il primo risultato.

Gli schieramenti

Gattuso cambia tre interpreti rispetto alla semifinale con l’Inter, dentro Mario Rui, Fabian Ruiz e Callejon. Sarri inserisce Cuadrado terzino, Pjanic in cabina di regia e Douglas Costa nel tridente offensivo. Squadre speculari, 4-3-3 per entrambe. Nel Napoli tra i pali Meret al posto dello squalificato Ospina, Di Lorenzo e Mario Rui esterni, Maksimovic e Koulibaly centrali. Fabian Ruiz, Demme e Zielinski a comporre il triangolo di centrocampo, Callejon, Mertens e Insigne in prima linea. Tra i pali della Juve c’è Buffon, quindi difesa a quattro con Cuadrado, De Ligt, Bonucci ed Alex Sandro. Bentancur, Pjanic e Matuidi in mezzo, Douglas Costa, Dybala e  Cristiano Ronaldo in prima linea. Gattuso contro Sarri, due filosofie a confronto.

Olimpico muto ma virtuale

Il colpo d’occhio dell’Olimpico è eccezionale, con pubblico virtuale ideato dalla lega di serie A. Tricolore in Tevere, di Azzurro e bianconero le due curve. Ma non è la stessa cosa senza il pubblico. In tribuna anche il ct Robero Mancini che oggi avrebbe dovuto sedere in panchina contro la Svizzera nella seconda dell’Europeo. La Juve parte meglio, ma il Napoli ha un bellissimo ritorno nella seconda metà di gara e scalda i guanti di Buffon in più occasioni. Non ci si annoia all’Olimpico. Partita “calda” in mezzo al campo: dai piedi di Ruiz e Demme, di Bentantur e Pjanic, si attendono le palle giuste per far male. L’inizio è comunque al piccolo trotto, squadre a studiarsi, ma è la Juve a fare la partita. Serve però un errore in fase di disimpegno di Callejon per innescare la prima azione bianconera. Dybala capisce tutto e a rimorchio vede Ronaldo. Gran destro a giro, Meret c’è. E lo stesso portiere azzurro è bravo ad anticipare in uscita a terra Ronaldo su una percussione bainconera. Napoli che prova ad uscire dopo un inizio guardingo e timoroso, forte di un Koulibaly che dietro concede nulla e davanti si affida all’estro di Insigne e Mertens (rinnovo per altre due stagioni). Proprio lo scugnizzo fa gridare al gol su una punizione dal limite che scavalca la barriuera e centra il palo alla destra di Buffon. E’ l’occasione che regala fiducia agli Azzurri, ma la partita resta bloccata. Mancano i guizzi, difficili da trovare perché gli spazi sono ristretti. Si concede poco. Finale di tempo napoletano. Demme chiude un triangolo sulla destra e una volta in area fulmina verso Buffon che ci mette i pugni. Giusto il pari all’intervallo.

Vittoria meritata

Tensione alta in campo, posta in palio altissima. Mario Rui si inserisce meglio negli spazi, Zielinski cresce a vista d’occhio e il Napoli gioca decisamente meglio rispetto alla prima frazione. Si gioca però su sottili fili di equilibrio. Cambia Gattuso: dentro Milik e Politano per Mertens e Callejon nel tentativo di dare più incisività alla prima linea viste anche le condizioni non brillanti del belga e dello spagnolo, mentre Sarri richiama Douglas Costa per far postoi a Danilo.I minuti passano inclementi, venti alla fine senza guizzi di rilievo. Evanescente finora Cristiano Ronaldo. Napoli che prende coraggio. Anche Di Lorenzo spinge, Politano si fa vedere, Milik sbaglia un rigore in movimento calciando alto, ma il Napoli è vivo. Dietro tiene sempre botta alle folate bianconere con Koulibaly e Maksimovic irreprensibili, e quando riparte, sembra avere qualcosa in più. Sarri fa scaldare Bernardeschi e lo manda in campo al posto di Pjanic, non illuminante la prova del bosniaco. Altri due cambi per Gattuso che inserisce i muscoli di Allan al posto di Fabian che ha speso molto, poi Hysaj al posto di un Mario Rui apparso negli ultini minuti troppo nervoso. Ci provano Politano e Insigne con poca fortuna. Fuori Cuadrado dentro Ramsey con Berbardeschi che va a prendersi la fascia destra nella Juve. Non si sblocca, cinque alla fine.

Gattuso gioca la carta Elmas al posto di Zielinski, vuole vincerla nei regolamentari ed evitare la pericolosa lotteria dei calci di rigore. Tre di recupero e il Napoli costruisce un’altra ghiottissima palla gol: Buffon si esalta sul colpo di testa di Maksimovic salvando sulla linea, poi Demme spedisce sul palo il tap in. Niente da fare, decidono i rigori. E si tingono di Azzurro. Il Napoli va a segno con Insigne, Politano, Maksimovic, Milik. Sbagliano Dybala e Danilo, inutili le trasformazioni di Bonucci e Ramsaey. Vince i Napoli, vince Rino Gattuso. E’ la terza Coppa conquistata dagli Azzurri. Sorride De Laurentiis, festeggia dall’Argentina Diego Armando, mastica amaro Maurizio Sarri che ha fallito il primo appuntamento stagional proprio contro la sua ex squadra. Ma il successo azzurro è meritato.

L’ultima missione di Gravina

La prima, il ritorno al calcio giocato con la Coppa Italia, è andata. Da sabato torna il campionato con i recuperi della 25esima giornata (Torino-Parma, Verona-Cagliari) mentra domenica scendono in campo anche Atalanta e Sassuolo, Inter e Sampdoria. Giornata topica quella di domani: c’è attesa per le decisioni del Governo sulla quarantena che ufficialmente dovrebbe essere allentata. Sarà il preludio al ritorno dei tifosi allo stadio, l’ultimo missione di Gravina. Se il calcio è tornato (da lunedì a mercoledì si giocherà la 26esima giornata, con in campo tutta la serie A), il merito è proprio di questo presidente che non ha mai abbassato la testa, ha lottato e alla fine è riuscito a mettere al pallone di tornare a rotolare.