Nuova bufera su Justin Trudeau

Gli errori di gioventù a volte costano cari, soprattutto quando si è alla guida del governo di una nazione. Il caso del premier canadese Justin Trudeau sta diventando emblematico in questo senso, visto che da quando Time ha tirato fuori una sua foto ai tempi dell'università in costumi quantomeno discutibili, è stato investito da una valanga polemica che nemmeno le immediate scuse sembrano riuscire ad arrestare. Aveva 29 anni all'epoca, quando decise di presentarsi a una festa universitaria, il gala “Arabian Nights”, completamente vestito in abiti orientali ma con la particolarità non scontata di avere braccia, collo e volto completamente dipinti di nero. Allora probabilmente la cosa passò inosservata ma, a distanza di anni e con il tema del razzismo e della discriminazione mai così attuale, il travestimento di Trudeau ha suscitato scalpore nell'opinione pubblica e non solo per la posizione che ora ricopre.

 

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Scuse e polemiche

Il premier ha provato a correre immediatamente ai ripari: “Ho indossato il costume di Aladino e mi sono truccato – ha detto, citato dall'emittente Cbc -. Non avrei dovuto farlo, sono veramente e profondamente dispiaciuto. È qualcosa che all'epoca non pensavo potesse essere razzista, ma adesso lo capisco”. Un errore che Trudeau non fa fatica ad ammettere, spiegando di aver “riconosciuto che il suo gesto era razzista” e precisando peraltro che quella non fu l'unica volta in cui si travestì in quel modo: “Non avrei dovuto farlo. È stato un errore, mi scuso profondamente. Mi dispiace davvero”. Parole che tradiscono un legittimo imbarazzo ma che, allo stesso tempo, non sono bastate ad arginare le reazione sdegnate, in Canada e fuori. In prima fila contro il premier, già al centro della bufera per vicende politiche legate a un presunto conflitto d'interessi, il Consiglio nazionale dei musulmani canadesi, nella persona del direttore escutivo Mustafa Farooq che definisce “un fatto vergognoso e profondamente triste” il travestimento di Trudeau in un tweet polemico: “'L'uso del blackface è riprovevole, e rievoca una storia di razzismo e una mitologia orientalista che è inaccettabile”.

Il precedente “reale”

Un imprevisto di cui avrebbe fatto volentieri a meno Justin Trudeau. Il premier canadese, tuttavia, è in buona compagnia nel novero delle personalità istituzionali che hanno peccato di stravaganza giovanile, suscitando l'imbarazzo di Paesi e famiglie di appartenenza. Il travestimento blackface del primo ministro, infatti, ha ricordato da vicino quanto accadde a casa Windsor nel 2005, quando l'allora ventunenne principe Harry scelse di partecipare a un party in maschera indossando un'uniforme da gerarca nazista, con tanto di svastiche in bella vista, provocando un'accesa polemica che investì l'intera famiglia reale e che costrinse l'attuale duca di Sussex a una pubblica lettera di scuse.