Sospesi i tentativi di recupero di John Allen Chau

Non sarà un'impresa facile recuperare il corpo di John Allen Chau, il giovane missionario cristiano ucciso sull'isola di North Sentinel, nel Golfo del Bengala, dalla tribù che vi vive da tempo immemorabile, incontattata dal mondo. Le autorità indiane, che nelle ultime ore avevano effettuato alcuni tentativi di avvicinamento all'isola (messa off-limits dal governo per ragioni di preservazione oltre che di sicurezza), hanno momentaneamente sospeso le operazioni di approccio ai nativi e, a data da destinarsi, un ulteriore tentativo di portare via la salma di Chau dalle sabbie dei sentinelesi. Per ora è fallito ogni tipo di instaurazione di contatto, con gli agenti indiani che, come massimo risultato, hanno ottenuto un confronto visivo a distanza con i nativi dell'isola, i quali si sono limitati a scrutare le imbarcazioni (poste a distanza di sicurezza) senza accennare reazioni ma, comunque, mantenendo un atteggiamento poco conciliante.

Approcci difficili

Tutto fermo, dunque. E chissà quando sarà possibile effettuare un nuovo tentativo per recuperare il corpo di Chau, travolto da una nube di frecce dopo essere sbarcato sull'isola per portare ai sentinelesi la Parola di Dio. Gli abitanti dell'isola, dopo averlo colpito, lo avrebbero seppellito sulla spiaggia dove, a ogni minimo segnale di presenza estranea, i guerrieri della tribù (composta da circa 150 persone) si precipitano per respingerla (anni fa, un guerriero fu immortalato nell'atto di scagliare una freccia contro un elicottero). Il problema, al di là della pericolosità della tribù, che rifugge ogni contatto con il mondo esterno e non conosce nulla della società odierna, è connesso anche in questa loro ancestrale caratteristica: il totale isolamento, infatti, ha reso i sentinelesi estremamente vulnerabili, tanto che una semplice forma influenzale potrebbe rivelarsi letale. Va detto, inoltre, che il luogo di sepoltura di Chau si conosce solo in modo approssimativo: “Conosciamo la direzione generale – ha detto un funzionario indiano – della sepoltura ma non sappiamo ancora dove sia esattamente”.

Questione spinosa

Una situazione per nulla facile per le autorità indiane, costrette in un limbo fra la necessità di recuperare (o almeno fare di tutto per provarci) il corpo di Chau e quella di non sconvolgere la vita dei nativi. Da un punto di vista strettamente legale, pur senza nessuna incriminazione in atto il governo indiano deve comunque confrontarsi con un caso di omicidio e pare che nei giorni scorsi abbia provato a sorvolare la zona con un elicottero. Un'altra ipotesi, comunque molto azzardata, è legata proprio al comportamento dei nativi che, nel 2006, uccisero due pescatori capitati sull'isola, per poi lasciare i loro corpi dopo alcuni giorni esposti sulla spiaggia. Le autorità, però, riuscirono a recuperarne solo uno.