E' morto Jacques Chirac

Da anni si era ritirato dalla scena pubblica Jacques Chirac, dodici anni leader dell'Eliseo e secondo, dopo François Mitterrand, per durata del mandato presidenziale nella Quinta Repubblica francese, anche se fu proprio sotto la sua amministrazione che la durata dell'incarico del Capo di Stato venne ridotto da sette a cinque anni. L'ex presidente è deceduto a 86 anni, lasciando le memorie di un periodo alla guida del Paese inserito in un contesto di forte transizione per la Francia (come del resto per buona parte dell'Europa), entrata nell'Euro sotto il suo mandato e segnato dal rifiuto di intervenire nella guerra avviata dagli Stati Uniti in Iraq, nel 2003. La notizia della sua morte è stata data dalla sua famiglia attraverso France Press. Subito dopo, l’Assemblea nazionale e il Senato francesi hanno osservato un minuto di silenzio.

La presidenza

Una presidenza lunga quella di Chirac, che soffrì il passaggio da un Millennio all'altro, chiudendo il secondo mandato all'Eliseo già in complesse condizioni fisiche (fu colpito da un ictus nel 2005) e con l'ombra ingombrante di due governi fortemente impopolari, guidati da Jean-Pierre Raffarin prima (che fallì alla prova del referendum sulla Costituzione europea, sempre nel 2005) e Dominique de Villepin poi. Una chiusura infelice ma che, a ogni modo, non impedì a Chirac di guadagnarsi (sondaggi alla mano) un periodo di grande popolarità tra i francesi, regredendo nell'indice di gradimento popolare solamente verso la metà degli anni Duemila, quando l'ascesa di Nicolas Sarkozy (che poi sosterrà) e il fallimento di alcuni tentativi di riforma avviati dall'esecutivo (tra cui il Contrat première embauche sulla disoccupazione) lo porteranno a maturare la decisione di non correre per un terzo mandato alla guida della Repubblica.

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La carriera

Una carriera lunghissima nelle alte sfere della politica francese, iniziata sotto l'allora presidente Georges Pompidou e proseguita con mandati di premier sia durante la presidenza di Giscard d'Estaign (1974-76) che di François Mitterrand (1986-88). Non finì bene con Giscard, né con il subentrato premier Raymond Barre, tanto da rassegnare le dimissioni e avviare una fase di forte scontro politico con il governo di fine anni Settanta, concluso con la riforma del neogollismo e la fondazione del Rassemblement pour la République (Rpr), che a sua volte confluirà nell'Ump nel 2002. Lunga anche l'esperienza alla guida della città di Parigi in qualità di sindaco, la carica politica che lo avrebbe elevato più delle altre ai vertici politici, sia per la durata della sua amminstrazione (1977-1995) che per il prestigio conferito da un ruolo che non esisteva dal 1871.

Il cordoglio

La notizia della sua morte è stata accolta con dolore da tutto il mondo politico francese, sia dai rivali come Marine Le Pen, che sconfisse nel 2002 e che lo ha descritto come “il presidente capace di opporsi alla follia della guerra in Iraq, ripristinando la tradizionale posizione di equilibrio e di diplomazia della Francia”, sia dai più vicini come il successore Nicolas Sarkozy: “È una parte della mia vita che sparisce oggi… Ha incarnato una Francia fedele ai suoi valori universali e al suo ruolo storico” e “non ha mai ceduto sulla nostra indipendenza, e al tempo stesso sul suo profondo impegno europeo”. Anche l'attuale sindaco di Parigi, Annie Hidalgo, ha ricordato il suo predecessore: “Parigi è in lutto, per noi parigine e parigini sarà per sempre il nostro sindaco, che amava appassionatamente la sua città e i suoi abitanti”.

In aggiornamento