Diritti sociali o di “seconda generazione”: ecco di cosa si tratta

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I dati Istat hanno evidenziato che, dal 2005 al 2022, il numero di persone in povertà assoluta è quasi triplicato, passando da 1,9 a 5,6 milioni, il 9,4% del totale. Le famiglie fragili invece sono raddoppiate, passando da 800 mila a 1,96 milioni, il 7,5%. Dietro a questi numeri ci sono storie di persone e di famiglie che devono trovare risposta nei diritti sociali, ovvero con l’obbligo, da parte delle istituzioni di fare, di erogare prestazioni, da parte dello Stato e dei pubblici poteri. Questi diritti vengono detti anche di “seconda generazione”, e comprendono dello Stato sociale e dello Stato interventista, i diritti alla protezione sociale contro la malattia, la vecchiaia, la disoccupazione, e il diritto alla salute, il diritto al lavoro, il diritto all’istruzione e il diritto all’assistenza.

Nella Costituzione, i diritti sociali vengono enunciati come programmi la cui attuazione è rinviata all’attività successiva degli organi pubblici. Questi diritti sono ispirati ai principi di solidarietà e di uguaglianza sostanziale espressi dagli artt. 2 e 3, co. 2, Cost. La Costituzione non predispone particolari strumenti di tutela per i diritti sociali. I riferimenti alla legge, alla Repubblica e allo Stato sono sostanzialmente equivalenti e stanno a significare che questi compiti gravano sull’Amministrazione. È attraverso la legislazione ordinaria che questi diritti vengono organizzati in prestazione e in servizi, e gli strumenti di tutela di cui dispone il cittadino sono quelli comuni apprestati dall’ordinamento. Lo strumento con cui i diritti sociali sono resi concreti è costituito dalla rete dei servizi sociali, che consistono un complesso di servizi derivanti dalla legislazione sociale. I principali settori attraverso cui si svolge la protezione della sicurezza sociale sono i seguenti: la previdenza sociale, l’assistenza sanitaria, e l’assistenza sociale. In particolare, per l’assistenza sociale, la legge n. 328/2000 istituisce il sistema integrato di interventi e servizi sociali, alla cui realizzazione partecipano lo Stato, le Regioni e gli Enti locali.

I diritti sociali però, non sono facilmente applicabili in quanto, il loro godimento, dipende dalla programmazione economica, anche se devono rimanere una garanzia, poiché, pur essendo comprimibili per esigenze di bilancio, non lo sono in termini assoluti. In questo senso, i diritti sociali hanno goduto e devono continuare a godere di una difesa giurisdizionale. Le nuove fragilità del nostro tempo, come ci ha ricordato recentemente Papa Francesco, devono trovare risposta attraverso lo sviluppo di una “solidarietà e sussidiarietà di tanti cittadini che credono nel valore dell’impegno volontario di dedizione ai poveri”. In altre parole, quindi in questo difficile frangente storico, serve un’applicazione integrale dei diritti sociali, che sia in grado di mettere sempre la persona e la sua tutela al centro, indipendentemente dalle problematiche di bilancio.