Iss: “Il booster previene il 54% dei contagi e l’86% di casi gravi da Omicron”

Omicron

L’Istituto superiore di sanità (ISS) ha pubblicato stamane il rapporto esteso sul Covid-19 in Italia che integra il monitoraggio settimanale, nel quale era emerso che l’Rt è passato a 1,07 dallo 0,83 di sette giorni fa, superando la soglia epidemica. Aumentano anche i ricoveri per Covid-19, sia nei reparti ordinari sia in terapia intensiva.

Iss: “Reinfezioni salgono all’8,4% in una settimana”

Nell’ultima settimana la percentuale di reinfezioni da Covid sul totale dei casi segnalati risulta pari a 8,4%, in aumento rispetto alla settimana precedente (7,5%). Il rapporto esteso, pubblicato dall’Istituto superiore di sanità oggi, sottolinea che dal 24 agosto 2021 al 22 giugno 2022 sono stati segnalati 556.406 casi di reinfezione, pari a 4.0% del totale dei casi notificati. L’analisi del rischio di reinfezione a partire dal 6 dicembre 2021 (data di riferimento per l’inizio della diffusione della variante Omicron) evidenzia un aumento del rischio nei non vaccinati, nelle donne e nelle fasce di età più giovani.

Iss: “L’efficacia del booster contro Omicron”

Secondo il report Iss, l’efficacia del vaccino (riduzione percentuale del rischio nei vaccinati sui non vaccinati) nel periodo di prevalenza Omicron (dal 3 gennaio 2022) nel prevenire i contagi da Sars-CoV-2 è pari al 54% in chi ha avuto la dose booster (40% nei 90 giorni dal completamento del ciclo vaccinale, 31% tra i 91 e 120 giorni, e 46% oltre 120 giorni). Sulla malattia severa è all’86% nei vaccinati con dose booster (69% nei vaccinati con ciclo completo da meno di 90 giorni, 68% da 91 e 120 giorni, e 71% da oltre 120 giorni).

Iss: “Fase con forte aumento casi non notificati”

“In questa fase dell’andamento Covid in Italia, caratterizzata dalla circolazione di varianti altamente trasmissibili c’è verosimilmente stato un forte aumento della quota di persone che hanno avuto un’infezione non notificata ai sistemi di sorveglianza per motivi legati a fenomeni di sottodiagnosi o ‘autodiagnosi’. Questo – scrive Iss – potrebbe portare alla sottostima del tasso di incidenza, e quindi del rischio relativo, ed efficacia vaccinale”.