Cibo e inclusione lavorativa: l’esperienza de “Le isole del gusto”

L'intervista di Interris.it ad Alfonso Grillo, referente del catering solidale "Le isole del gusto" di Caltanissetta

“Le isole del Gusto” (© Cooperativa sociale Etnos)

Dare valore al cibo significa valorizzare anche e soprattutto le persone. Nutrirsi non è solamente una necessità umana, ma un’occasione fondamentale di inclusione sociale, scambio e incontro tra persone, culture e tradizioni. Partendo da questo assioma, a Caltanissetta, la cooperativa sociale Etnos, ha dato vita a diversi esempi di autentica partecipazione sociale delle persone in difficoltà attraverso le eccellenze culinarie del territorio, una di queste è il catering solidale “Le isole del gusto”. Interris.it, in merito a questo esempio di inclusione lavorativa, ha intervistato Alfonso Grillo, responsabile del progetto “Le isole del gusto” con un’esperienza trentennale nella ristorazione che, da un paio di anni, ha deciso di mettere le proprie competenze al servizio delle persone con fragilità.

“Le isole del Gusto” (© Cooperativa sociale Etnos)

L’intervista

Come nasce e che obiettivi ha “Le isole del gusto”?

“’Le isole del gusto’ nasce dall’esperienza di ‘Raggi d’Isole’, una struttura che accoglie ragazzi con diversi tipi di disabilità. La prima fase di tutto ciò si è verificata lo scorso anno con la creazione di ‘N’arancina Speciale’, un punto vendita dove noi produciamo delle arancine impiegando delle persone con disabilità. In seguito, siccome abbiamo iniziato ad avere delle richieste per dei catering, abbiamo creato una specifica sezione all’interno del centro in cui sono ospitate queste persone. L’obiettivo de ‘Le isole del gusto’ è l’inclusione lavorativa, come già facciamo presso l’arancineria e ad ‘Aut Cafè’, ovvero il nostro bar dove lavorano dei ragazzi con autismo”.

In che modo, in base alla vostra esperienza, attraverso il cibo e la cucina si creano i presupposti per l’inclusione lavorativa?

“Le persone che impieghiamo svolgono un periodo iniziale di formazione in cui le osserviamo e vediamo quali sono le loro attitudini e capacità. Ognuna di loro ha delle specifiche abilità e noi lavoriamo su questo versante. Valorizziamo le loro specifiche caratteristiche creando un’esperienza di inclusione”.

 Quali sono i vostri auspici per il futuro in merito allo sviluppo de “Le isole del gusto”? In che modo, chi lo desidera, può aiutare la vostra azione di inclusione lavorativa?

“Chi desidera aiutarci può chiamarci e provare il nostro catering. ‘Le isole del gusto” sta progressivamente crescendo. Abbiamo iniziato a fare dei piccoli catering per trenta – quaranta persone e, ad oggi, piano piano, ci stiamo sviluppando arrivando a farne anche per ottanta – cento persone. I ragazzi che operano qui stanno diventando sempre più bravi e, di conseguenza, hanno la possibilità di gestire un maggior numero di persone. Sono felice di poter lavorare insieme a loro e stare al loro fianco. Mi hanno cambiato la vita ed ora ho una visione completamente diversa di ogni cosa”.