“NE’ TAGLI NE’ TASSE IN AUMENTO”. RENZI E PADOAN PRESENTANO IL DEF

Il governo ha avviato l’esame preliminare del Def che sarà varato venerdì. Lo ha detto il capo del governo al termine del Consiglio dei ministri andato in scena oggi. Renzi, smentendo le voci circolate in questi ultimi giorni, ha assicurato che non sono previsti “tagli” né “aumento delle tasse” e, anzi, ha rivendicato di aver aver abbassato balzelli e gabelle da quando guida l’esecutivo.  “Abbiamo disattivato 3 miliardi di clausole che avevano previsto i governi precedenti -ha spiegato – Nel 2015 riduciamo le tasse per 18 miliardi più i 3 di clausole che eliminiamo”. Il premier ha chiarito che il Def “non è una manovra, che toglie i soldi dalle tasche degli italiani, ma sta in linea con la legge di stabilità”.

Renzi ha poi garantito che non ci saranno tagli alle prestazioni per i cittadini “ma c’è bisogno che la macchina pubblica dimagrisca un po’ e se i sacrifici li fanno i politici o salta qualche poltrona nei cda male non fa”. La spending review, poi, varrà lo 0,6% del pil, cioè “più o meno 10 miliardi, anche se pensiamo ci sia un margine migliore, uno spazio per tagliare per 20 miliardi”. Sul fisco, poi, il 2015 è visto come un numero 0 “per la dichiarazione dei redditi precompilata, vediamo come può essere fatta questa sorta di grande sperimentazione, credo sia comunque un passo avanti”.

Infine per quanto riguarda i timori di Regioni e Comuni Renzi ha annunciato che prima di venerdì incontrerà i rappresentanti degli enti locali e territoriali. “Non ci saranno tagli per il 2015 ma che nel 2016, 2017, 2018 continui la revisione della spesa è un fatto banale” ha detto il premier. Dopo l’intervento del presidente del Coniglio è stata a volta del ministro dell’Economia. Piercarlo Padoan prevede una crescita del Pil dello 0,7% quest’anno, dell’1,4% nel 2016 e dell’1,5% nel 2017. Una ripresa graduale ma costante che porterà il rapporto deficit/Pil al 2,6% nel 2015, all’1,8% il prossimo anno e allo 0,8% fra due.

“Se come noi pensiamo, si consolida la fiducia dei cittadini e delle imprese dopo che si è consolidata la fiducia nei mercati e fiducia nelle istituzioni – ha spiegato il numero uno del Mef -, allora le aspettative che abbiamo adesso potrebbero essere sbagliate per difetto potremmo avere numeri più positivi”. Ha proseguito il ministro dell’Economia. Il piano di privatizzazioni frutterà, poi, in quattro anni 1,7-1,8 punti di Pil. “Ora ci stiamo concentrando su Enel e Poste ha detto ancora Padoan – , ma ci sono anche altre voci come Ferrovie ed Enav. I tempi sono dominati dall’ andamento dei mercati e dal tentativo di valorizzare al meglio le aziende di proprietà dello Stato”.