2 milioni di islamici in marcia

Sono due milioni i fedeli iraniani che si sono messi in marcia per arrivare nella città santa di Karbala che si trova in Iraq. Il pellegrinaggio di mussulmani di confessione sciita si tiene per l'Arbaeen, rituale che si celebra ogni anno il ventesimo giorno del secondo mese del calendario islamico.

La festività

Arbaeen significa “quaranta” ed è l'occasione per commemorare l'anniversario dei 40 giorni dalla battaglia in cui morì l’Imam Hussein, nipote del profeta Maometto. Quest'anno la ricorrenza cade proprio il 30 ottobre. Da secoli milioni di fedeli si mettono in marcia per raggiungere il santuario che si trova a Kerbala, nonostante le complicazioni geopolitiche o militari. In questi giorni, il traffico a Baghdad, che dista 100 km dalla città santa, e nella parte meridionale dell'Iraq è quasi completamente bloccato. Karbala si trova sul fiume Eufrate ed è abitata da circa 700 mila persone. In queste occasioni viene prevista un'ingente mobilitazione di militari per garantire la sicurezza dei pellegrini vista l'area problematica e gli attentati che si sono verificati anche negli anni precedenti. Nella città irachena si trova anche la tomba di uno dei martiri più amati, Abbas, che morì nel massacro insieme ad Hussein.

Il martirio

Nella battaglia combattutta nel villaggio mesopotamico nel 680 d.C. l'Imam figlio di Alì fu ucciso dai califfi sunniti. Il suo martirio ha un valore fondamentale per la memoria collettiva degli sciiti e segna la rottura definitiva con il clan degli Omayyadi. Per i credenti sciiti, la morte di Hussein e dei suoi fedeli rappresenta un simbolo della lotta del bene contro il male, della giustizia contro l'oppressione. Anche il pellegrinaggio di oggi vedrà una grande partecipazione collettiva: “Questa marcia – ha spiegato il giovane Sajjad Entezar, religioso di Qom – mostra al mondo imperialista che la nazione musulmana non puo' essere sconfitta con mezzi economici, militari o politici che essi siano“.