BIRMANIA: APPROVATA LA LEGGE CONTRO LA POLIGAMIA ISLAMICA

È stata approvata in Birmania dal presidente Thein Sein l’ultima di quattro leggi che negli ultimi mesi hanno visto come bersaglio la minoranza musulmana del paese. La norma in questione, entrata in vigore ieri, impedisce ai cittadini birmani di sposarsi con più di una donna e di vivere insieme ad una persona adulta dell’altro sesso se non si è legati dal matrimonio. La poligamia, seppure non molto diffusa, è ancora presente nella comunità musulmana del paese.

Le “Leggi a difesa della razza e della religione”, volute dal Comitato per la protezione della nazionalità e della religione – Ma Ba Tha – oltre ad occuparsi di poligamia, sanciscono che tutte le conversioni religiose nel paese devono essere approvate dal governo birmano. Le controverse norme sono state criticate a lungo in questi mesi dagli attivisti per i diritti umani del paese che temono che diano inizio a persecuzioni verso la minoranza musulmana del paese, che rappresenta circa il 5% della popolazione.

“La preoccupazione – spiega il vice-direttore della sezione asiatica di Human Rights Watch Phil Robertson – è come queste leggi verranno applicate e attuate.” Le leggi non risponderebbero agli standard internazionali e sarebbero poco chiare nella loro stesura, il che – ora che sono state approvate – potrebbe dare il via a “gravi violenze confessionali”, fomentando l’instabilità religiosa del paese. A favore dei diritti dei musulmani si è schierata più volte anche la Chiesa Cattolica birmana, che a sua volta rappresenta una minoranza in Birmania e potrebbe essere il prossimo bersaglio.

Nel paese, che affronterà l’8 novembre le sue prime elezioni con voto generale, si registra una forte crescita dell’estremismo buddista, spesso a discapito della comunità musulmana, ma il governo birmano nega che queste leggi siano state scritte pensando in maniera particolare i musulmani.