Usa, sanzioni contro Ali Khamenei

Non accenna a calare l'escalation di tensione fra gli Stati Uniti e l'Iran, arrivata a livelli ormai sempre più prossimi alla saturazione. Dopo le accuse sulle petroliere in fiamme, droni abbattuti, minacce di attacchi aerei e cyberoffensive realizzate, gli Usa tornano sull'arma economica, imponendo nuove sanzioni al Paese mediorientale. L'ordine esecutivo è stato firmato dal presidente Donald Trump, il quale ha precisato come si tratti di una misura adottata proprio in risposta all'annunciato abbattimento del drone americano sui cieli dello Stretto di Hormuz, operato dai Pasdaran. Non è certo la prima volta che gli Usa impongono sanzioni all'Iran ma in realtà na prima assoluta c'è: nel mirino del provvedimento americano, infatti, finisce la guida suprema della Repubblica islamica in persona, Ali Khamenei, al quale sarà negato l'accesso (a lui e ai suoi collaboratori) alle istituzioni finanziare internazionali.

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Moderazione ma prontezza

Non era mai accaduto, finora, che una decisione simile andasse a toccare direttamente l'ayatollah anche se, in realtà, quella di Trump non appare una chiusura definitiva. Anzi, stando a quanto scritto da lui stesso su Twitter, le nuove sanzioni mirano a raggiungere lo scopo opposto, ovvero portare Teheran sul terreno del dialogo che finora ha evitato: “Sono impaziente di rimuovere tutte le sanzioni”, ha detto il presidente, tornando però a specificare che “li Stati Uniti non permetteranno all'Iran di ottenere armi nucleari”. In sostanza, pur mantenendo la grantica posizione rispetto all'accordo stipulato da Obama nel 2015, da lui revocato, Donald Trump mantiene aperto uno spiraglio anche se, al momento, appare troppo poco per riuscire a intavolare una trattativa, viste anche le intemperanze e gli episodi accaduti nell'ultimo mese. In effetti, è lo stesso Tycoon ha fare un'altra precisazione: “Risposta forte e proporzionata”, la definisce l'inquilino della Casa Bianca, a fronte di un atteggiamento finora di “molta moderazione” da parte degli Stati Uniti. Un aspetto delle cose che il presidente degli Stati Uniti  non ritiene però ben augurale. Se finora si mostrata moderazione, infatti, “questo non significa che la mostreremo in futuro”.