La carità non sia ipocrita

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“È indispensabile e lodevole che la pastorale delle nostre comunità sia aperta alle tante povertà ed emergenze. La carità è sempre la via maestra della perfezione. Ma è necessario che le opere di solidarietà non distolgano dal contatto con il Signore Gesù. La carità cristiana non è semplice filantropia, ma, da una parte, è guardare l’altro con gli occhi stessi di Gesù e, dall’altra, è vedere Gesù nel volto del povero. Questa è la strada vera della carità cristiana, con Gesù al centro, sempre” (Papa Francesco).

Il concetto di carità cristiana nasce dal cuore di Cristo e da un’intensa preghiera. Noi cristiani non siamo dei filantropi, dei semplici volontari, ma dobbiamo portare Cristo agli altri, prima con la vita e poi con le opere. Madre Teresa di Calcutta è molto chiara su questo punto: “La carità non è una questione di pietà, ma di amore”, la stessa santa della carità dice: “Una cosa ci assicurerà sempre il cielo: gli atti di carità e gentilezza con cui abbiamo riempito la nostra vita. Non possiamo fare grandi cose, solo piccole cose con grande amore”.

La Chiesa non è un’ONG, come spesso ci ha ricordato papa Francesco, ma la carità dei cristiani nasce guardando e imitando un po’ la donazione totale di Cristo sulla croce per il bene dell’umanità. San Paolo ci ricorda: “Fratelli, la carità non sia ipocrita: detestate il male, attaccatevi al bene; amatevi gli uni gli altri con affetto fraterno, gareggiate nello stimarvi a vicenda. Non siate pigri nel fare il bene; siate invece ferventi nello spirito, servite il Signore (Rm 12,9-16)”. La carità cristiana non deve essere di facciata, oppure diamo lo spicciolo che ci avanza o peggio per pulire la coscienza dai nostri peccati. La carità cristiana è la vicinanza, il donare il tempo, le proprie energie e risorse agli altri, spendere la propria vita per tutti: poveri e ricci.

Quali sono oggi le povertà o le nuove povertà? Non c’è solo una povertà materiale, ma spirituale, relazionale, affettiva, amicale, esistenziale. Siamo poveri di Dio, di felicità, di relazioni sociali vere non virtuali. Don Oreste Benzi, con saggezza del profeta che sa leggere il cuore della gente, diceva: “Il povero non è chi non ha niente, ma chi non è niente”. Far sentire l’altro importante, perché amato da Dio è già un primo gesto di carità.

Tempo fa parlavo con una missionaria della carità e gli chiedevo dal vivo com’era Madre Teresa di Calcutta? Lei mi ha detto era sempre sorridente (dopo la morte abbiamo scoperto con grande sorpresa del suo diario segreto che parlava di tutte le sue sofferenze, aridità spirituali e notti oscure che ha passato) e quando parlava con te, sembrava che in quel momento al mondo solo tu esistevi per lei, poi aggiunge, questo suo modo di fare lo faceva con tutti (dal papa, al presidente della repubblica, Lady Diana fino ai poveri più poveri).

Il segreto della santità è pregare e amare sempre. Oggi abbiamo bisogno di contemplattivi, come diceva il santo vescovo Don Tonino Bello, di mistici dell’azione, di oranti innamorati follemente di Dio e caritatevoli verso tutti. Alla fine della vita il Signore ci farà una sola domanda: “Quanto hai amato?”. Saremo tutti bocciati, la promozione avverrà solo per la misericordia di Dio. Nel web ho trovato questa bellissima preghiera anonima, che serve per ottenere il dono della carità:

Signore fa che possiamo servire il prossimo. Facci amare le persone che aiutiamo, che ci sono accanto, soprattutto chi soffre. Fa che mettiamo da parte i nostri interessi personali per il bene dell’altra persona, aiutaci a diventare più ricettivi all’azione dello Spirito. Fà che possiamo vedere sempre nell’altro il tuo volto Gesù. Facci vedere l’aspetto migliore negli altri fratelli. Aiutaci a scoprire le buone qualità degli altri, fa che impariamo a conoscerli meglio come figli di Dio. Lo Spirito ci doni la grazia di amare e di apprezzare tutti quelli che tu metterai nel mio cammino. Amen