Gli indipendentisti catalani tornano alla carica

Sulle strade di Barcellona tornano le barricate degli indipendenstisti catalani. Proteste nel centro cittadino perché oggi, 21 dicembre, il premier spagnolo Pedro Sanchez ha riunito il Consiglio dei ministri nella città capitale della Catalogna. La scelta è stata interpretata come una provocazione. All’ordine del giorno, oltre a varie misure relative alla Catalogna, anche l’innalzamento a 900 euro del salario minimo e l’aumento del 2,35 per cento dello stipendio dei dipendenti pubblici.

Per il pomeriggio sono state organizzate manifestazioni contro il governo centrale tra i Jardinets de Gràcia e Placa de Catalunya, mente i politici catalani ancora in carcere con l’accusa di sedizione e disobbedienza continuano lo sciopero della fame in attesa di processo. “Facciamo cadere il governo” è il motto che anima le proteste. I primi scontri si sono registrati nel corso della mattinata tra i Mossos d'Esquadra e l'ala più dura del lungo corteo, che ha lanciato oggetti e innalzato barricate. Gli agenti hanno creato un corso ne di sicurezza intorno all’edificio in cui si riunisce il Consiglio dei ministri, la Casa Llotja de Mar. Molti negozi hanno chiuso le saracinesche. E pensare che appena ieri sera era stata decisa una ripresa del dialogo durante un incontro tra il premier Sanchez e il presidente indipendentista Quim Torra