Incendi canadesi: gli effetti sulla popolazione di New York

L'esposizione ai fumi degli incendi canadesi ha portato a un aumento di poco superiore delle visite per problemi respiratori

fumo
Foto: Filippos Sdralias su Unsplash

Gli studiosi della NYU Grossman School of Medicine hanno dimostrato che all’indomani degli incendi canadesi dello scorso giugno c’è stato un aumento medio del 3% delle visite per asma nella città di New York

Problemi respiratori in aumento

L‘esposizione ai fumi degli incendi canadesi nel giugno 2023 ha portato a un aumento di poco superiore delle visite ai vari pronto soccorso di New York, per problemi respiratori o attacchi d’asma, rispetto alle giornate con una forte presenza di pollini nell’aria. Lo dimostra lo studio della NYU Grossman School of Medicine, pubblicato sull’ American Journal of Respiratory and Critical Care Medicine.

I ricercatori hanno analizzato i livelli giornalieri di inquinamento atmosferico, misurati in base alla presenza di minuscole particelle, note come particolato 2,5, che, se depositate in profondità nei polmoni, possono causare infiammazioni, nonché problemi respiratori e cardiaci.

I danni del fumo degli incendi e dei pollini

Quando gli scienziati hanno registrato i livelli di inquinamento atmosferico per i primi sei mesi del 2023, compresi i mesi di normale inquinamento atmosferico ambientale e i giorni di giugno in cui il fumo degli incendi boschivi ha raggiunto il picco massimo, hanno scoperto che i fumi provenienti dal Canada hanno portato a un aumento medio del 3% delle visite per asma ai dipartimenti di emergenza di tutti gli ospedali della città.

Quando il 7 giugno 2023 il fumo degli incendi boschivi ha raggiunto il suo picco massimo, con un livello di PM 2,5 pari a 146 microgrammi per metro cubo d’aria, le visite di emergenza per asma in tutta la città hanno raggiunto una vetta di 335, rispetto a una media giornaliera di 188 all’inizio dell’anno, quando i cieli erano liberi.

Yu: “Il polline è un fattore scatenante dell’asma”

“Il picco di incendi è solo leggermente superiore alle 302 emergenze legate all’asma registrate il 26 aprile 2023, quando il livello di polline degli alberi, un altro irritante polmonare e noto fattore scatenante dell’asma, era elevato, con conteggi di pollini superiori a 1.500 per metro cubo d’aria”, hanno affermato gli autori. “Per fortuna, gli effetti respiratori dettati dai fumi degli incendi a giugno non sono stati molto peggiori di quelli riscontrati in primavera in occasione di giornate con un’intensa presenza di polline, a dispetto di ciò che molti newyorkesi potevano temere vedendo l’aria arancione e nebulosa”, ha dichiarato Wuyue Yu, dottorando presso la NYU Langone Health e autore dello studio.

Luglio: “Non siamo ancora del tutto al sicuro”

“Gli ultimi risultati rispecchiano quelli osservati con gli aumenti dell’inquinamento atmosferico e dei pollini registrati altrove e i loro effetti sulle emergenze ospedaliere legate all’asma”, ha proseguito Yu. “Tuttavia, le eventuali conseguenze a lungo termine dell’esposizione al fumo degli incendi boschivi rimangono sconosciute, quindi non siamo ancora del tutto al sicuro”, ha dichiarato David Luglio, dottorando presso la NYU Langone Health e autore dello studio.

Thurston: “Il fumo degli incendi boschivi è costituito principalmente da materia organica”

È già in programma un ulteriore monitoraggio dell’aria e un confronto degli effetti sulla salute dell’esposizione al fumo degli incendi boschivi con il particolato comunemente inalato dalla combustione dei combustibili fossili.”Sebbene l’inalazione di aria piena di particelle non faccia bene ai polmoni, sappiamo che il fumo degli incendi boschivi è costituito principalmente da materia organica”, ha dichiarato George Thurston, professore presso i dipartimenti di Medicina e Salute della popolazione della NYU Langone e ricercatore senior dello studio.

“Di conseguenza, il fumo non è arricchito dai metalli tossici presenti nelle emissioni di combustibili fossili, che notoriamente causano un dannoso stress ossidativo nell’organismo“, ha precisato Thurston. In effetti, secondo Thurston, ciò si riflette nei risultati di altri studi, che hanno mostrato come il fumo degli incendi contenga il 64% in piu’ di potassio rispetto all’inquinamento atmosferico, un componente fondamentale del suolo e del fogliame.

Per contro, il fumo degli incendi conteneva solo il 12% dei livelli medi di rame presenti nell’inquinamento atmosferico di fondo e il 26% dei livelli medi di zolfo osservati nell’aria ambiente. Entrambi sono presenti nell’aria media di New York e sono noti come motivo di stress ossidativo se inalati.

Fonte: Agi