Impasse all'Onu, raid più vicini?

Venti di guerra spirano sempre più forti sulla Siria. Il dibattito all'interno del Consiglio di sicurezza dell'Onu certifica il consolidamento dell'asse Usa-Regno Unito-Francia che vuole punire il regime di Bashar al Assad per il presunto attacco chimico contro la Duma. 

Veti e controveti

La massima assise delle Nazioni Unite ha respinto una bozza di risoluzione preparata dalla Russia, in cui si proponeva l'avvio di un'inchiesta sulle armi proibite in Siria. Il meccanismo proposto, però, non aveva i requisiti di indipendenza richiesti dall'Occidente, che aveva chiesto in un'altra bozza una diversa metodologia di inchiesta su cui Mosca ha posto il veto. Damasco, in ogni caso, si è detta pronta ad accogliere un eventuale invio di esperti dell'Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche (Opac), mentre il Libano è intenzionato invece a presentare una denuncia formale al Consiglio di sicurezza dell'Onu per la violazione da parte di Israele del proprio spazio aereo per il raid contro la base siriana T4, nella provincia di Homs, in cui sono morte 14 persone, di cui 7 consiglieri militari iraniani. Teheran ha già annunciato, per bocca dell'alto consigliere della Guida Suprema iraniana, Ali Khamenei, che “il crimine israeliano non rimarrà senza risposta”.

Polveriera

Le forze armate di Tel Aviv hanno invece schierato diverse batterie missilistiche di difesa aerea sulle alture del Golan, al confine con la Siria. Il ministro della Difesa israeliana, Avigdor Lieberman, ha avvertito che “non accetteremo un'ingerenza dell'Iran in Siria, a qualunque prezzo”. L'ambasciatore israeliano a Mosca, Gary Koren, è stato convocato dal ministero degli Esteri russo in relazione al raid a Homs. Attorno a Washington si compattano Francia e Gran Bretagna. Il presidente Usa Donald Trump e la premier Theresa May “non permetteranno” che gli attacchi chimici del regime siriano continuino, si sono detti i due al telefono. Parigi, ha detto il presidente Emmanuel Macron, “annuncerà le sue decisioni nei prossimi giorni”. Eventuali raid, ha precisato il titolare dell'Eliseo,andrebbero a “colpire esclusivamente le capacità chimiche” del regime siriano e per nessuna ragione i suoi alleati russi e iraniani. Macron ha assicurato che la Francia “non auspica una escalation“.

Allerta

Intanto l'Agenzia europea per la sicurezza aerea (Easa) ha diramato un'allerta sulle rotte del Mediterraneo orientale. Secondo quanto riportano i media internazionali. L'allarme è stato emesso “a causa del possibile lancio di raid aerei con missili aria-terra e/o cruise entro le prossime 72 ore”. E va tenuta anche presente “la possibilità di un'interruzione intermittente delle apparecchiature di radionavigazione”, ha affermato l'Easa.