Fao, allarme acqua: “2,4 miliardi di persone vivono i Paesi con stress idrico”

"L'agricoltura, che rappresenta oltre il 70% dei prelievi di acqua dolce del pianeta": il messaggio del direttore generale della Fao, QU Dongyu, all'apertura della due giorni "Dialogo sull'acqua di Roma"

futuro
Foto: Unicef

Il messaggio del direttore generale della Fao, QU Dongyu, all’apertura della due giorni “Dialogo sull’acqua di Roma” , il focus internazionale sulla gestione integrata delle risorse idriche per la sicurezza agricola e alimentare.

Fao, allarme acqua con 2,4 miliardi di persone in stress idrico

Intensificare gli sforzi verso un futuro resiliente, sostenibile, sicuro per l’acqua e per il cibo, visto che oggi 2,4 miliardi di persone vivono in paesi con stress idrico elevato. E’ il messaggio lanciato dal direttore generale della Fao QU Dongyu aprendo la due giorni ‘Dialogo sull’acqua di Roma’, un focus sulla gestione integrata delle risorse idriche per la sicurezza agricola e alimentare. “Dobbiamo smettere di dare l’acqua per scontata”, ha detto il direttore, precisando che “‘l’agricoltura, che rappresenta oltre il 70% dei prelievi di acqua dolce del pianeta, detiene le soluzioni alla crisi idrica globale, nonché la chiave per raggiungere la sicurezza idrica e alimentare globale e questo aumentando l’efficienza, riducendo gli impatti negativi e riutilizzando le acque reflue”. Qu Dongyu ha quindi sottolineato lapproccio delle 4R basato sui principi di Ridurre, Riutilizzare, Riciclare e Sostituire, per affrontare in modo efficace le gravi sfide idriche dovute principalmente ai disastri naturali legati all’acqua che hanno comportato costi economici diretti superiori a 200 miliardi di dollari solo nel 2021. Secondo la Fao, circa il 10% della popolazione mondiale vive in paesi con stress idrico elevato e critico, il chè rende l’acqua una questione di equità. Si prevede che la domanda globale di acqua per l’agricoltura aumenterà del 35% entro il 2050, calcolando che oltre l’80% delle acque reflue viene rilasciato nell’ambiente senza essere trattato o riutilizzato. Limitare il riscaldamento globale a 1,5 gradi Celsius, rispetto a 2 gradi Celsius, fa notare la Fao, andrà a beneficio delle risorse idriche e ridurrà lo stress idrico indotto dai cambiamenti climatici. Quasi 1 miliardo di tonnellate di cibo, il 17% di tutto il cibo a disposizione dei consumatori in tutto il mondo, viene buttato via ogni anno, con conseguente spreco di risorse preziose, come l’acqua, utilizzata per produrlo, conclude la Fao, facendo presente che il 95% del nostro cibo viene prodotto sulla terra e tutto inizia dal suolo e dall’acqua.

Fonte: Ansa