LETTA: “LA CLASSE POLITICA SOMIGLIA SEMPRE PIU’ AD HOUSE OF CARDS”

“C’è una classe politica sovente morbida rispetto a un modello alla House of Cards, fatto di intrighi e macchinazioni, disprezzo della parola e scarsa trasparenza”. Lo ha scritto Enrico Letta in un articolo per il Fatto Quotidiano. L’ex premier parla di una “mutazione genetica del sistema dei partiti, che in Italia, anche nel campo del centrosinistra, si sovrappone all’eredità tossica del ventennio berlusconiano e si traduce nella personalizzazione esasperata delle leadership, nell’egotismo, nell’ossessione per il consenso immediato, nell’umiliazione dei corpi intermedi ridotti a ruoli al massimo ancillari”.

Un riferimento nemmeno velato a Matteo Renzi. E infatti Letta prosegue: “Mi capita di discuterne spesso negli ultimi tempi. E ogni volta il retropensiero corre alla vicenda di cui sono stato protagonista. Legittimo, ma riduttivo. Perché, al di là delle implicazioni personali, ciò che a me sembra sfuggire al dibattito è la non convenienza di questo modello per la collettività”.

Letta spiega che oggi ci si rifugia “dietro una malintesa e relativista realpolitik, quasi fosse una condanna. Si omette, però, di dire che assai di rado l’Italia ha dimostrato al mondo di essere nazione e comunità”. Il nostro senso dell’interesse nazionale è opzionale, sbiadito”. In più, aggiunge, “assistiamo a una rincorsa all’approssimazione e alla mancanza di rispetto reciproco che rischia di travolgere tutti, anche gli alfieri di questo stesso modello, perché, se i freni saltano, ci sarà sempre qualcuno di più furbo, di più spregiudicato, di più incline alla demagogia a guadagnare la testa della corsa”.