Libano, si è dimesso il governo Diab

Dopo i primi quattro ministri, l'esecutivo lascia in blocco: "La tragedia di Beirut è il risultato di una grave corruzione nell’amministrazione"

La furia del popolo libanese, tornata a scatenarsi dopo il disastro avvenuto nel porto di Beirut, ha infine portato alla realizzazione della principale istanza popolare. Il governo del Libano, da mesi additato come principale responsabile della crisi vissuta dal Paese e della catastrofe della scorsa settimana, ha rassegnato le proprie dimissioni. L’annuncio è stato dato dal primo ministro Hassan Diab, in un discorso alla Tv nazionale. Il passo che il popolo libanese si aspettava dopo quanto accaduto nella capitale dove il nitrato d’ammonio presente in un deposito portuale ha devastato l’area nevralgica del commercio cittadino. Anche il presidente Aoun aveva fatto sapere che la tragedia si era verificata a causa del grosso quantitativo di nitrato accatastato da anni in quel magazzino.

Il discorso del premier

In giornata, il quarto ministro del governo aveva rassegnato le proprie dimissioni. Ghazi Wazni, a capo del dicastero delle Finanze, che l’annuncio lo aveva dato alla tv al-Jadid. La successiva riunione straordinaria del governo ha di fatto sancito la fine dell’esecutivo a guida Diab, ormai privo della fiducia popolare e accusato di non aver fatto gli interessi del Paese. Del resto, lo stesso premier ha spiegato che il disastro di Beirut “è il risultato di una corruzione endemica”. Giunto il conteggio a 220 morti, il governo ha deciso di chiuderla qui: “Viviamo ancora nell’orrore che ha colpito nel profondo il Libano e i libanesi, risultato di una grave corruzione nell’amministrazione“. Pesante la chiosa di Diab che ha spiegato come alcune forze politiche abbiano “come unica preoccupazione il regolamento dei conti politici e la distruzione di ciò che resta dello Stato”.