Ayala: “La morte di Messina Denaro simboleggia la fine dell’epoca stragista di Cosa Nostra”

L'intervista di Interris.it al dottor Giuseppe Maria Ayala, magistrato, collega e amico di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino 

La mafia è stata sconfitta: mi piacerebbe molto poter dire questa frase, ma non è così. Indubbiamente, ormai da qualche anno, attraversa un periodo non particolarmente facile, ma ancora, purtroppo, non possiamo dire che è stata sconfitta. Vale sempre il ricordo della famosa frase di Falcone, ossia che la mafia è pur sempre un fenomeno umano e come tutte le cose ha un suo inizio, uno sviluppo e inesorabilmente una fine. E quel giorno verrà”. E’ quanto ha dichiarato il dottor Giuseppe Maria Ayala, magistrato, collega e amico di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino – che ha scritto alcune delle pagine più importanti e memorabili del contrasto alla criminalità di tipo mafioso, tra cui il maxiprocesso di Palermo – intervistato da Interris.it.

Matteo Messina Denaro il giorno dell’arresto. Foto: Carabinieri

L’intervista

Dottore, cosa simboleggia la morte di Matteo Messina Denaro?

“La morte di Matteo Messina Denaro sottolinea la fine dell’epoca stragista di Cosa Nostra di cui fu indubbiamente, ci sono molte carte processuali che lo confermano, protagonista. Quando si parla di mafia, bisogna riflettere sulla sua ‘evoluzione’. Storicamente evitava lo scontro diretto con le istituzioni. Questo fino a quando non è cambiata la strategia ed hanno attaccato lo Stato mediante l’uccisione di servitori dello Stato. Il ricorso a un confronto quasi militare con lo Stato, con l’uccisione di esponenti delle istituzioni, ma anche di giornalisti, è durato circa 15 anni, fino alle stragi del 1993. Matteo Messina Denaro era un componente di questa strategia, non era soltanto un mafioso, ma era iscritto alla corrente sanguinaria”.

Il decesso del super boss, all’interno di Cosa Nostra, potrebbe provocare movimenti, si potrebbero verificare lotte per la successione?

“Da anni non sono più in prima fila nel contrasto al fenomeno mafioso, ma per la mia esperienza professionale posso dire – punto che sembrerebbe essere condiviso anche dagli addetti ai lavori – che Cosa Nostra vive una fase difficile. Lungi da noi, però, il pensare che sia finita. Potremmo dire che non attraversa un periodo di salute ottimale, infatti, sembrerebbe che non sia stata ricostituita la cosiddetta ‘Commissione’, ossia il gruppo al vertice dell’organizzazione. La sua morte non credo che comporterà grandi movimenti all’interno di Cosa Nostra e non so quali nuovi equilibri si potranno creare in quella che era la sua zona, ossia il trapanese. Penso sia difficile si verificheranno grandi scossoni”.

Matteo Messina Denaro e uno dei pizzini scoperti dai Carabinieri del ROS

Cosa comporta per un mafioso l’arresto?

“La cosa più importante è stata comunque la sua cattura, il fatto che finalmente dopo 30 anni, con un’indagine estremamente professionale, svolta dal Ros dei Carabinieri e dalla Procura di Palermo, Messina Denaro è stato assicurato alla giustizia. La vera morte di un mafioso è la cattura e l’ingresso al 41 bis”.