Il Battesimo di Gesù: un mistero da contemplare con gratitudine

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Nella vita di ogni persona, si verificano eventi (talora scelti da noi, talora accaduti senza che lo volessimo o lo pensassimo) che sono come uno spartiacque: segnano una svolta.

Nella vita di Gesù, uno di questi eventi è certamente il Battesimo al Giordano. Lo evidenzia la stessa liturgia: proprio con la festa del Battesimo del Signore si chiude il tempo di Natale. Ma è soprattutto nella esistenza concreta di Gesù che accade la svolta: termina il tempo di Nazaret (i 30 anni, dei quali sappiamo poco) e inizia il tempo del ministero pubblico (solo 3 anni, ma pienissimi di parole e gesti!).

L’evento è ancora una epifania (= una manifestazione): Gesù  “vide squarciarsi i cieli e lo Spirito discendere su di lui come una colomba”; e dal cielo venne una voce: “Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento” (Mc 1,10-11). Non è però chiaro dai vangeli se si sia trattato di un evento del quale i presenti diventano consapevoli, o se tutto accade nell’intimo di Gesù. Certo è per Gesù una esperienza spirituale profonda, che lo spinge nel deserto (dove rimane 40 giorni, quasi per far pienamente suo l’evento del Giordano) e apre il tempo della predicazione: “il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino: convertitevi e credete nel Vangelo” (Mc 1,15).

Mi ha sempre colpito il rapporto tra il tempo lungo e nascosto di Nazaret e il tempo breve e pubblico inaugurato dal Battesimo. Forse è la parabola del seme che ci aiuta a capire: per il seme (come per Gesù!) non è sprecato -ma necessario!- il tempo dell’attesa e del nascondimento nel buio della terra. Senza quel tempo, non ci sarebbe nemmeno la fioritura! Lo aveva ben capito frère Charles de Foucauld, che scelse di abitare -in vita e in morte!- il mistero di Nazaret. E proprio “il mistero dell’inutile vita di Nazaret ufficialmente riabilitato…è forse una chance di vitale compensazione per l’equilibrio della fede testimoniale” (Sequeri): per non ridurre la missione a un attivismo insensato e alla fine sfiancante…

Ma torniamo al Battesimo di Gesù, che… scandalizza (ed è ben comprensibile!) Giovanni Battista: “voleva impedirglielo, dicendo: Sono io che ho bisogno di essere battezzato da te, e tu vieni da me?”. Ma Gesù: “Lascia fare per ora, perché conviene che adempiamo ogni giustizia” (Mt 4,14-15). Perché questo è il mistero “scandaloso” e bellissimo del Giordano: l’Innocente, che si mette in fila tra i peccatori, per farsi battezzare da Giovanni, che predicava “un battesimo di conversione per il perdono dei peccati” (Lc 3,3). Il Giordano è profezia dell’ultima epifania, quella del Calvario, quando verrà crocifisso tra due malfattori, fuori della città…Perchè “il Battesimo è quando l’amore è veramente dato” (Padre Lebreton, martire a Tibhirine).

Il Battesimo di Gesù è dunque un mistero da contemplare con gratitudine. Perchè Gesù si è fatto uno di noi, condividendo per amore la nostra fragile umanità, e al Giordano ha già cominciato a far Pasqua per noi! E gli scrittori cristiani dei primi secoli ci dicono che, immergendosi, ha santificato l’acqua, rendendola elemento adatto per il nostro Battesimo. La festa di oggi è allora festa anche per noi, battezzati in Cristo, nella sua morte e risurrezione (cfr. Rom 6). Come sempre ci ricorda il Papa, è bello conoscere la  data del nostro Battesimo, e festeggiarlo. Anche per noi, infatti, il Battesimo è uno spartiacque: “se uno è in Cristo, è una creatura nuova; le cose vecchie sono passate; ecco ne sono nate di nuove” (2 Cor 5,17). E’ nel Battesimo che si radica la perfetta e piena letizia, che non ci può essere tolta!