GP DI GERMANIA: PRIMO HAMILTON, FERRARI ANONIME

Il Gran Premio di Germania incorona Lewis Hamilton, su Mercedes, nella 12esima prova del Mondiale di Formula 1. L’inglese, alla quarta vittoria nelle ultime quattro gare, ha preceduto le Red Bull di Daniel Ricciardo e Max Verstappen, rispettivamente seconda e terza; quarto posto per Nico Rosberg, con l’altra Mercedes. Fuori dal podio entrambe le Ferrari rispettivamente quinta con Sebastian Vettel e sesta, con Kimi Raikkonen. E questo porta al temuto sorpasso delle Red Bull sulle Rosse nella classifica mondiale costruttori. A chiudere la top ten in Germania, la Force India di Nico Hulkenberg, la McLaren di Jenson Button, la Williams di Valtteri Bottas e l’altra Force India di Sergio Perez che – sul finale – ha beffato il povero Alonso buttandolo fuori dalla zona punti.

“In gara di solito siamo più veloci rispetto alle qualifiche ma oggi il quinto e sesto posto erano il massimo ottenibile”. Così il pilota della Ferrari Sebastian Vettel ai microfoni di Sky Sport dopo il Gp di Germania. “Per tutti noi ora è bello avere una pausa – ha proseguito il tedesco -. La prima parte della stagione non è andata come volevamo. Io personalmente ho avuto alti e bassi. Ora tutti faremo in modo di migliorare e torneremo più forti”.

“E’ doloroso vedere che questo è il massimo che possiamo fare in gara – ha detto a sua volta Kimi Raikkonen, sempre a Sky -. Dobbiamo fare meglio. Migliorare la macchina in tutti i settori, servono più carico aerodinamico e più velocità”. “Quella di oggi è stata una gara molto tranquilla, non è successo gran che – ha proseguito il finlandese -. Con le gomme nuove andavano bene ma poi ho avuto tanto sovrasterzo e sottosterzo e la macchina ha perso aderenza. Nell’ultimo stint ho anche dovuto risparmiare benzina…”.

A fare spettacolo, infine, il bellissimo gesto di Hamilton dal gradino più alto del podio: quando la banda ha intonato l’inno nazionale tedesco (per la macchina, lui è inglese), il campione ha indicato il figlio di Michael Schumacher, che stava ai piedi del podio. Una volta quelle note suonavano per Schumi. E per le Rosse.