In attesa della fiducia al governo Draghi, il dibattito politico s’infiamma

Domani alle 10.00 in Senato il discorso programmatico del nuovo premier mentre si lavora alle nomine dei sottosegretari e il debutto internazionale al g7 di venerdì

Il discorso programmatico e i sottosegretari, la road map del premier Mario Draghi è chiara: sono infatti questi i primi appuntamenti della sua agenda. 

Il Presidente del Consiglio sarà domani alle 10 del mattino in Senato e giovedì alla Camera per il voto di fiducia. Nel suo intervento definirà le priorità del nuovo esecutivo e secondo alcuni retroscena sarà un discorso breve che  chiederà unità e tre riforme. I settori su cui il premier proporrà interventi di revisione strutturale, legati anche al Recovery Plan, saranno fisco, giustizia civile e pubblica amministrazione. Cardini fondamentali della sua impostazione saranno l’Europa, l’atlantismo e l’ambiente.

Gli altri appuntamenti del premier Draghi

Per la nomina dei viceministri e dei sottosegretari si parla di un Consiglio dei ministri venerdì, ma il tema è complesso e non è detto che si riesca a fare tutto in settimana. Tra l’altro venerdì sarà anche il giorno del debutto di Draghi sulla scena internazionale come premier perchè è prevista la riunione, in remoto, dei leader del G7. Al momento non è esclusa neanche la partecipazione al Consiglio europeo straordinario del 25 e 26 febbraio dato che Draghi non ha ancora assegnato la delega agli Affari Europei.

Tensioni e malumori nei Cinque Stelle

In attesa del voto di fiducia, restano agitate le acque in casa del Movimento Cinque Stelle. Nonostante il voto sulla piattaforma Rosseau della settimana scorsa in cui ha vinto il sì all’esecutivo Draghi con quasi il 60% dei voti, i grillini restano divisi tanto che in rete è apparso anche un appello “al Capo Politico pro tempore o in sua vece al Garante” per chiedere un nuovo voto.

Il Presidente della Camera, Roberto Fico prova ad arginare il dilagare dei dissidenti, ma non è facile e se alla Camera il disagio è contenuto, al Senato si parla addirittura di una trentina di senatori.

A Palazzo Madama chi ha deciso già per il no a Draghi sta trattando con Italia dei Valori il prestito del simbolo per poter formare un gruppo. In vista della fiducia di domani al Senato, questa sera è prevista una nuova assemblea congiunta dei parlamentari, alla quale forse parteciperà anche Beppe Grillo.

Salvini-Zingaretti: prima l’incontro e poi il botta e risposta

Ieri sera Matteo Salvini e Nicola Zingaretti si sono incontrati per firmare una “pace politica” per garantire stabilità al governo Draghi. “Se mi avessero detto che avrei incontrato Zingaretti avrei sorriso, ma oggi bisogna pensare all’interesse del Paese e non alle divisioni” commenta il leader della Lega in collegamento con L’aria che tira su La7 che poi aggiunge “Con un milione di posti di lavoro già saltati, penso che la politica debba usare il tempo per risolvere i problemi. Il ministro Speranza ha vissuto un anno sotto pressione, non lo invidio, cercheremo di sostenerlo da tutti i punti di vista”, aggiunge cambiando anche idea anche sulla riconferma del ministro alla Salute.

Alla domanda se la scelta dell’euro è irreversibile, il leader della Lega spiega: “C’è solo la morte di irreversibile, per fortuna. Siamo nelle mani del buon Dio”. Interviene allora il segretario del Pd: “L’Euro e l’Europa sono la dimensione dove pensare e rafforzare il futuro dell’Italia. Dovrebbe essere anche superfluo ripeterlo”, scrive su Twitter.

La nuova organizzazione di Forza Italia

Forza Italia, entrata a far parte del governo Draghi, si riorganizza per far fronte a questa nuova sfida. Silvio Berlusconi, legato da sempre da un rapporto di stima e amicizia con l’ex Presidente della BCE, ha per prima chiesto un governo di alto profilo per portare l’Italia fuori dalla crisi sanitaria, sociale ed economica. 

Dopo le nomine di Antonio Tajani coordinatore nazionale, di Annamaria Bernini come sua vice e Licia Ronzulli responsabile dei rapporti con gli alleati, oggi Mariastella Gelmini, neoministra degli Affari Regionali, è stata nominata da Silvio Berlusconi come capo delegazione di Forza Italia al governo.

Meloni e Fratoianni all’opposizione

Il no al governo Draghi da parte di Fratelli d’Italia è ufficiale ed è stata votata all’unanimità dalla direzione del partito.  “Si può dire senza timore di smentita, che gli italiani sono rimasti molto delusi dalla squadra di governo che Mario Draghi ha messo in campo”, ha detto Giorgia Meloni durante la riunione. Per la leader di FdI non c’è discontinuità con l’esperienza di Giuseppe Conte e il partito trainante del nuovo governo è ancora il PD e questo – commenta – “è oggettivamente intollerabile e ingiustificabile”.

Non voterà la fiducia al governo neanche Fratoianni di Sinistra Italiana: “Siamo molto delusi. Questo non è l’esecutivo dei migliori, è più di destra”. Gli altri due parlamentari di SI nel gruppo di Leu, però, annunciano il loro sostegno: “È una scelta che rispettiamo ma che riteniamo sbagliata”.