Fatto il governo, fatti i ministri: tutti i nomi del Conte II

Qualche riconferma (poche in realtà), alcune sorprese e anche una sorta di equilibrio fra le parti, con 9 ministri di casacca Pd e dieci del Movimento 5 stelle. In mezzo, uno di LeU (Speranza) e un tecnico (Lamorgese), per una squadra di governo quasi completamente rinnovata nel suo organico. E di dubbi ce n'erano pochi visto che, oltre agli effettivi, dell'esecutivo è cambiato anche il colore. Ecco la squadra al completo.

 

Luigi Di Maio, Ministro degli Esteri

Dopo 14 mesi in cui ha gestito il dicastero dello Sviluppo economico e quello del Lavoro, il 33enne Di Maio perde il ruolo da vicepremier, ma non lascia le prime file, con un ministero di primo piano. Tanti i fronti aperti sul tavolo che il neopremier dovrà affrontare: dal nodo della Libia, dopo le conferenza di Palermo voluta fortemente dal premier Conte l'autunno scorso, sino alla posizione del Paese all'interno delle dinamiche atlantiche di Bruxelles. 

Luciana Lamorgese, Ministro dell'Interno

Una delle poltrone di primo piano dell'esecutivo sarà occupata da una donna. Nata a Potenza l'11 settembre 1953 e madre di due figli, Lamorgese è stata capo di gabinetto del Viminale. Attualmente Consigliere di Stato, il prefetto lucano si è in precedenza occupata di negoziazioni europee, focalizzandosi anche sull'immigrazione. Nel 2010 è stata nominata prefetto di Venezia e l'anno seguente si è occupata delle attività di individuazione, realizzazione e gestione delle strutture di accoglienza del Veneto. 

Alfonso Bonafede, Ministro della Giustizia

Originario di Mazara del Vallo, il grillino Bonafede è tra i pochi neoministri che sono stati riconfermati nel ruolo ricoperto nella precedente legislatura. Controverso su alcuni punti, come la sua legge Spazzacorrotti, criticata aspramente del Partito Democratico, Bonafede ha preferito percorrere vie alternative rispetto alle norme approvate precedentemente dai dem, come la riforma varata dell'ex ministro Orlando o la riforma carceraria.

Lorenzo Guerini, Ministro della Difesa

Laureato in Scienze Politiche, dal 1995 al 2004 Guerini è stato presidente della provincia di Lodi, dal 2005 sindaco dell'omonima città. Deputato del Partito democratico, è stato portavoce del partito, in seguito ha affiancato l'allora premier Renzi alle consultazioni del 2014 per poi essere nominato vicesegretario de Pd. Dal 18 luglio del 2018, Guerini è presidente del Copasir, il comitato parlamentare che si occupa di controllare sull’operato dei servizi segreti.

Stefano Patuanelli, Ministro dello Sviluppo economico

Grillino della prima ora, Patuanelli ha iniziato la sua “militanza” nel MoVimento 5 Stelle dal 2005. Triestino e padre di tre figli, nel 2011 è stato nominato consigliere comunale a Trieste fino al 2016. Nel 2018 è approdato a Roma, diventando capogruppo al Senato. Patuanelli è laureato in Ingegneria edile.

Teresa Bellanova, Ministro delle Politiche Agricole

Un ministero consono per la sindacalista della Cgil che un tempo è stata una bracciante. Nata in provincia di Brindisi, conosce bene la realtà del Mezzogiorno. Nei territori di Puglia, si è occupata del caporalato dapprima come coordinatrice di Federbraccianti, in seguito come segretaria provinciale della Flai Cgil. Nel 2005 s'affilia ai democratici e nel 2006 entra nella lista dell'Ulivo. Nel governo Renzi è nominata sottosegretaria al Lavoro prima e in seguito viceministra dello Sviluppo Economico, incarico poi mantenuto nell'esecutivo Gentiloni.

Sergio Costa, Ministro dell'Ambiente

Costa è fra i ministri riconfermati dal precedente esecutivo. Laureato in Scienze agricole, il ministro 60enne è stato Comandante regionale del corpo forestale campano. Nella sue esperienza, si è occupato della Terra dei Fuochi ed al centro del suo impegno v'è la lotta alle ecomafie. Nei quattordici mesi precedenti, ha ricoperto la carica di Ministro dell'Ambiente su segnalazione del capogruppo del MoVimento 5 Stelle, Luigi Di Maio.

Paola De Micheli, Ministro delle Infrastrutture

Nata a Piacenza, la carriera politica di De Micheli presenta un cursus honorum all'interno del Partito democratico. Durante l'esecutivo a trazione renziana, ha ricoperto l'incarico di Sottosegretario all'Economia per poi passare a quello di Sottosegretario a Palazzo Chigi sotto il governo Gentiloni. Gli impegni più recenti hanno visto De Micheli impegnata come Commissario alla ricostruzione a seguito del sisma in Italia Centrale. 

Nunzia Catalfo, Ministro del Lavoro

Un passato professionale nel settore di orientamento e selezione del personale, la senatrice Catalfo e attualmente presidente della Commissione Lavoro del Senato. Attivista del MoVimento 5 Stelle sin dal 2008, fra i temi da lei trattati vi sono la dispersione scolastica e l'inserimento professionale. Controverse in passato le sue posizioni in merito all'uscita dell'Italia dall'Euro, convogliate nella proposta di legge avanzata dai pentastellati per perseguire tale scopo.

Lorenzo Fioramonti, Ministro dell'Istruzione

Una laurea in Storia del pensiero politico ed economico modero, l'economista Fioramonti è noto per aver ottenuto, a soli 35 anni, la cattedra di Economia politica all'Università di Pretoria (Sudafrica). Dalla scuola ha condotto le sue battaglie politiche, nelle vesti di sottosegretario prima, viceministro dell'Istruzione poi. I punti su cui condensa il suo impegno, sono la lotta del precariato nella scuola e nelle università e le strategie di finanziamento del settore dell'istruzione attraverso l'inserimento di microtasse su prodotti come merendine o bevande zuccherate.

Federico D'Incà, Ministro dei Rapporti con il Parlamento

Laureato in Economia e commercio, il 43enne D'Incà è attualmente Questore della Camera. Dopo un passato professionale come caposettore in una società che opera nel settore della grande distribuzione e, in seguito, come analista informatico, D'Incà è nel team della Commissione Bilanciio, Tesoro e Programmazione, nel Comitato per la Comunicazione e l’Informazione Esterna, in quello di Vigilanza sull’Attività di Documentazione, in quello per gli Affari del Personale e del Comitato per la Sicurezza.

Paola Pisano, Ministro dell'Innovazione Tecnologica e della Digitalizzazione

Per un ministero creato ad hoc in tale esecutivo è stgata scelta Paola Pisano, docente di Gestione dell’Innovazione all’Università degli Studi di Torino, nonché assessora della giunta di Chiara Appendino, sindaca di Torino. La sua area di lavoro riguarda la manutenzione della rete infrastrutturale con l'ausilio di droni e svariati progetti di innovazione e robotica.

Fabiana Dadone, Ministro della Pubblica Amministrazione

Nata a Cuneo, Fabiana Dadone è laureata in Giurisprudenza. Attivista del MoVimento 5 Stelle sin dalla prima ora, dal giugno 2019 è inclusa nel Collegio dei probiviri del MoVimento, che si occupa di dirimere i contrasti in seno al MoVimento stesso.

Roberto Speranza, Ministro della Salute

Prima esperienza ministeriale per il leader di Articolo 1-Mdp, deputato di Liberi e Uguali (rieletto alle politiche del 2018) ed ex esponente del Pd, partito dal quale si è allontanato già da un paio d’anni, all’epoca della grande scissione che diede vita, fra gli altri, anche al Movimento democratico e progressista, di cui è il fondatore. Roberto Speranza, potentino classe ‘79, eredita il dicastero della Salute che fu della pentastellata Giulia Grillo, regalando al gruppo di LeU (un po’ a sorpresa) uno dei Ministeri di maggior rilievo. Alle spalle, un’esperienza politica maturata dal 2005 in poi dapprima come consigliere comunale di Potenza, poi come assessore e, infine, come Segretario regionale della Basilicata. Ex leader dei Giovani democratici ed ex capogruppo dem alla Camera (fino al 2015), lascia il Pd nel 2017 (assieme all’ex segretario Bersani) per dar vita a una nuova branca della Sinistra, venendo infine eletto segretario nazionale di Articolo 1-Mdp nell’aprile 2019.

Dario Franceschini, Ministro dei Beni culturali e del Turismo

Doppio ruolo per l’ex segretario dem Dario Franceschini, che riprende le redini del Mibact (già guidato all’epoca dei governi Renzi e Gentiloni) e si mette a capo della delagazione dei ministri del Partito democratico, allo stesso modo di come farà Di Maio per i titolari dei dicasteri in mani pentastellate. Sotto la responsabilità del ministro dem finisce anche il Turismo, finora delegato all’ormai ex titolare delle Politiche agricole Gian Marco Centinaio. Già vicesegretario del Partito popolare italiano negli anni Novanta, al Pd si unisce nel 2007 (col ruolo di vicesegretario), dopo aver ricoperto il ruolo di presidente del gruppo parlamentare dell’Ulivo a Montecitorio. Deputato dal 2001, segretario dem tra febbraio e novembre 2009, sotto il governo Letta ha ricoperto la carica di ministro per i Rapporti con il Parlamento.

Giuseppe Provenzano, Ministro per il Sud

Uno dei più giovani a ottenere la guida di un dicastero e nemmeno fra quelli più “soft” che passa non solo di mano ma anche di partito. Al trentasettenne avvocato, ricercatore e vicepresidente dello Svimez, va il ruolo finora gestito dalla pentastellata Barbara Lezzi, al quale si insedia con un bagaglio di esperienza politica accompagnata dai consigli del mentore Emanuele Macaluso. Dalle primarie del 2019 nella Direzione del Partito democratico, i primi passi politici Provenzano li ha mossi in Sicilia, dove ha ricoperto per due anni (2012-2014) il ruolo di capo della segreteria dell’Assessore per l’Economia della Regione Siciliana nella giunta Crocetta. Successivamente, è stato consulente dell'allora Ministro dell’Ambiente Andrea Orlando, tra il 2013 e il 2014.

Elena Bonetti, Ministro per le Pari opportunità e la Famiglia

Altra nomina a sorpresa quella al rifondato Ministero per le Pari opportunità (che non c'era nel precedente esecutivo), alla cui guida si insedia la professoressa associata dell'Università di Milano, laureata in Matematica ed ex membrodella seconda segreteria unitaria a guida Matteo Renzi come responsabile nazionale giovani e formazione. I dicasteri ereditati porteranno novità di vedute viste le differenti appartenenze politiche rispetto agli ex ministri Fontana e Locatelli.

Enzo Amendola, Ministro degli Affari europei

Esponente di spicco della branca dem partenopea e vicepresidente dell'International Union of Socialist Youth, le relazioni estere sono il suo campo in quanto già responsabile nazionale del Pd agli Esteri sia nella 2º Segreteria Renzi che in quella Zingaretti, oltre che ex Coordinatore nazionale dei segretari regionali del Pd nella Segreteria Epifani. Alle spalle, inoltre, una nomina a capogruppo dem nella III Commissione (Affari esteri e comunitari) della Camera e membro della delegazione parlamentare dell'Assemblea Osce. È stato inoltre sottosegretario agli Affari Esteri e alla Cooperazione Internazionale del Governo Gentiloni.

Roberto Gualtieri, Ministro dell'Economia

Alla Sapienza di Roma insegna Storia contemporanea ma sarà sulla Manovra economica che dovrà mettersi in gioco il nuovo titolare del Mef. All'Europarlamento dal 2009 con il Pd, Gualtieri è anche presidente della commissione Problemi economici e monetari dell'Europarlamento. Ex militante del ùPartito comunista, che avvicinò negli anni giovanli, nei primi del Duemila è membro della segreteria dei Democratici di Sinistra di Roma, mentre nel 2007 entra nell'Assemblea nazionale del Partito democratico. Ex consigliere dei premier Renzi e Gentiloni, dalla sua ha una grossa credibilità a Strasburgo (dov'è noto il suo apprezzamento) ma anche una forte convinzione europeista che potrebbe giocare un ruolo di rilievo nelle trattative per la Legge di bilancio 2020.

Francesco Boccia, Ministro agli Affari regionali e le Autonomie

Pugliese, economista e appartenente all'ala dialoghista del Partito democratico (di cui è membro dalla prima ora). Alle spalle, un incarico quinquennale come Presidente della 5ª Commissione Bilancio della Camera dei deputati e un passato da consigliere economico dell'ex ministro dell'Industria Enrico Letta.