Santonocito (Aias Monza): “Il golf è uno strumento di inclusione formidabile”

L'intervista di Interris.it a Gaetano Santonocito, presidente di Golf Green Monza e Aias Monza, in merito all'esperienza di golf inclusivo

Gli allenamenti di Golf Green Monza (© Golf Green Monza ASD)

Lo sport è uno strumento di inclusione estremamente importante per le persone con disabilità, in quanto permette loro di esprimere al meglio la loro personalità e, allo stesso tempo, abbatte ogni forma di pregiudizio.

L’esperienza di Monza

In provincia di Monza Brianza, presso Villa Paradiso, da un’intuizione di Aias, l’Associazione Italiana Assistenza Spastici, è nata l’associazione sportiva dilettantistica “Golf Green Monza” la quale permette a diversi ragazzi con disabilità, la pratica del golf che rappresenta una grande spinta motivazionale verso l’inclusione e l’autodeterminazione. Interris.it, in merito a questa esperienza, ha intervistato il dottor Gaetano Santonocito, fondatore e presidente di “Golf Green Monza”, Presidente di Aias Monza, Presidente del Comitato Regionale Lombardo di Aias, membro di tutti i tavoli di confronto in materia di disabilità e Terzo Settore presso Regione Lombardia, membro del Consiglio Nazionale delle Aias, dell’Osservatorio Nazionale sulla disabilità costituito presso l’apposito ministero e facente parte dei gruppi di lavoro concernenti le A.p.S. e lo sport all’interno del Forum del Terzo Settore. Mentre – al livello internazionale – è membro del consiglio di amministrazione di Coface Disability – Confederation of Family Organisations in the European Union – un’organizzazione europea che si occupa del tema della disabilità nelle famiglie.

Il dottor Gaetano Santonocito

L’intervista

Come nasce il vostro progetto di inclusione attraverso la pratica del golf?

“Nasce da una grande passione. Gioco a golf dal 1984 e, in associazione alla mia professione di direttore generale di Aias Monza, c’è stata l’intuizione, assistita da psicologi e terapisti occupazionali, sul fatto che, il golf, potesse diventare uno strumento per il raggiungimento di obiettivi terapeutici da parte di persone con disabilità. Abbiamo così costituito un’associazione sportiva dilettantistica di golf, alla quale si possono iscrivere solo ragazzi con disabilità. Proprio per far sì che, gli stessi possano apprendere la capacità di praticare tale sport, abbiamo istituito due workshop rivolti ai maestri di golf, in modo che sapessero far fronte alle esigenze dei ragazzi che si sarebbero trovati accanto. In quel frangente, abbiamo ricevuto delle testimonianze importanti da parte dei maestri stessi che, già in precedenza, avevano avuto esperienze con persone con disabilità. Da lì, è nato lo stimolo di attuare un progetto e quindi utilizzare lo sport come strumento terapeutico.”

Che valore ha il golf come strumento di inclusione delle persone con disabilità in base alla vostra esperienza?

“E’ uno strumento formidabile. Ancora oggi, il golf è ritenuto uno sport elitario e fa riflettere il fatto che, una persona con una menomazione, può accedere a un campo da golf, è talmente innovativo tanto che, ancora oggi, la Federazione Italiana Golf, non ha normato l’accesso ai campi e il tesseramento delle persone con disabilità intellettiva. Grazie alla nostra organizzazione golfistica, abbiamo contattato la Federazione e stiamo trattando con la stessa, per far si che, le persone con disabilità vengano regolarmente tesserate, ma soprattutto affinché si possano fare, nell’ambito della cornice federale, delle gare, che noi oggi già facciamo. Quest’anno, ad esempio, stiamo facendo la Nord Cup, che è una competizione riservata a persone con disabilità su cinque campi. L’apice dell’inclusione si ha quando, nel giorno della gara, al mattino, i ragazzi, giocano in una gara loro riservata mentre, al pomeriggio, in una competizione chiamata Louisiana, giocano con persone normodotate. Probabilmente, fino a qualche anno fa, nessuno di noi, avrebbe pensato di raggiungere tale obiettivo.”

Quali sono i vostri desideri per il futuro? In che modo, chi lo desidera, può aiutare la vostra associazione sportiva dilettantistica “Golf Green Monza”?

“I nostri auspici per il futuro sono, innanzitutto che, la Federazione Italiana Golf, normi sia l’accesso dei ragazzi con disabilità intellettiva ai campi da golf che le modalità di gioco. Ciò sembra difficile, ma si tratta semplicemente di accreditare al livello burocratico, le norme di gioco già accreditate al livello internazionale. Si può aiutare la nostra associazione sia attraverso un supporto economico, venendo a giocare con noi, oppure facendo il volontario durante gli allenamenti dei ragazzi che avvengono ogni martedì, al circolo di Villa Paradiso, con l’assistenza di un maestro.”