EPURAZIONI IN TURCHIA, ARRESTATI ALTRI 47 GIORNALISTI DI “ZAMAN”

Proseguono le epurazioni contro giornalisti e opposizione in Turchia dopo il fallito golpe del 15 luglio scorso. Da Ankara sono stati spiccati mandati d’arresto nei confronti di altri 47 ex dipendenti del quotidiano Zaman. Nello specifico, mandati riguardano “dirigenti e personale di Zaman, compresi editorialisti”, ha riferito un funzionario dietro garanzia di anonimato, definendo la versione del giornale diffusa sino allo scorso marzo la “portabandiera dei media favorevoli” al predicatore Fethulla Gulen, considerato da Ankara il regista del fallito colpo di Stato.

Zaman, nel mirino di un giro di vite sull’informazione compiuto nella primavera di quest’anno, ha visto molti licenziamenti e il lancio di una nuova linea editoriale. Lunedì scorso altri 42 giornalisti, sospettati di legami con il predicatore Gulen, erano stati colpiti da un ordine di arresto perché sospettati di avere legami con il religioso in esilio volontario negli Stati Uniti. Gulen è il principale oppositore di Erdogan.

Solo pochi giorni fa, le forze di sicurezza turche avevano arrestato nella provincia di Trebisonda, sul mar Nero, Halis Hanci, considerato il ‘braccio destro’ dell’imam e magnate Gulen. Secondo fonti citate da Hurriyet, Hanci è ritenuto responsabile del trasferimento di fondi all’imama e sarebbe entrato in Turchia due giorni prima del tentativo di putsch. La sera prima, era stato arrestato anche il nipote dell’imam, Muhammet Sait Gulen.

Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha detto che le autorità turche hanno chiuso 934 scuole, 15 università, 109 dormitori studenteschi, 19 sindacati, 104 fondazioni, 1.125 associazioni e 35 strutture sanitarie. Gli enti sono stati “confiscati dallo Stato” perché sospettati di legami con la rete di Fethullah.