La scuola a prova di privacy: il nuovo documento del Garante

privacy
Foto di Jason Dent su Unsplash

Si possono pubblicare sui social media le fotografie scattate durante le recite scolastiche? Le lezioni possono essere registrate? Come prevenire fenomeni del tipo cyberbullismo o sexting? Quali accortezze adottare nel pubblicare le graduatorie del personale scolastico? Ci sono cautele specifiche per la fornitura del servizio mensa o per la gestione del curriculum dello studente?

La nuova versione del vademecum Scuola a prova di privacy, più ampia dell’edizione del 2016, affronta le tematiche connesse al trattamento dei dati personali nelle scuole e tiene conto delle modifiche introdotte in materia di privacy dal Regolamento europeo in materia di protezione dei dati personali (GDPR).

Obiettivo della nuova guida è quello di offrire alle istituzioni scolastiche, alle famiglie, agli studenti e ai docenti un agile strumento per assicurare la più ampia protezione dei dati delle persone che crescono, studiano e lavorano nelle scuole. In un contesto in cui l’innovazione tecnologica rivoluziona i processi formativi – dall’uso del web ai tablet su cui consultare i libri, dai sistemi di messaggistica e i social media al registro elettronico – resta centrale la necessità di riaffermare quotidianamente, anche in ambito scolastico, quei principi di civiltà e rispetto, come la riservatezza e la dignità della persona, che devono sempre essere al centro della formazione di ogni cittadino di oggi e di domani.

La guida – che si apre all´insegna dell´insegnare la privacy, rispettarla a scuola – raccoglie i casi affrontati dal Garante con maggiore frequenza, al fine di offrire elementi di riflessione e indicazioni  per i tanti quesiti che vengono posti dalle famiglie e dalle istituzioni: da come trattare correttamente i dati personali degli studenti (in particolare quelli sensibili come  le origini razziali ed etniche, le convinzioni religiose, lo stato di salute, le opinioni politiche, i dati personali relativi a condanne penali e reati) a quali regole seguire per pubblicare dati sul sito della scuola o per comunicarli alle famiglie; da come usare correttamente tablet e smartphone nelle aule scolastiche a quali cautele adottare per i dati  degli allievi con disturbi di apprendimento.

La guida è articolata in cinque sezioni, integrate da un glossario di parole chiave e da un approfondimento che riporta ampia documentazione e riferimenti normativi e bibliografici:

  • Regole generali
  • Vita dello studente
  • Mondo connesso e nuove tecnologie
  • Pubblicazione online
  • Videosorveglianza e altri casi

Particolare attenzione è dedicata alle innovazioni normative e al corretto utilizzo delle nuove tecnologie (registro elettronico, didattica a distanza, registrazione delle lezioni, ecc.), sempre più presenti nella dimensione scolastica.

Un altro contesto di attenzione privilegiata è quello del cyberbullismo, del revenge porn e del sexting: i giovani devono essere consapevoli che le proprie azioni in rete possono produrre effetti negativi anche nella vita reale e per un tempo indefinito. L’utilizzo di telefoni cellulari, di apparecchi per la registrazione di audio e immagini è in genere consentito ma esclusivamente per fini personali, e sempre nel rispetto dei diritti e delle libertà fondamentali delle persone coinvolte, siano essi studenti, docenti o altro personale. Le istituzioni scolastiche hanno, comunque, la possibilità di regolare o di inibire l’utilizzo di registratori, smartphone, tablet e altri dispositivi elettronici all’interno delle aule o nelle scuole stesse.

Il Garante infine interviene nell’ambito delle cosiddette buone prassi di educazione digitale ovvero dallo shareting alla corretta gestione dei video e delle foto realizzate in occasione di feste e gite scolastiche. I genitori infatti devono prestare particolare attenzione se intendono condividere online contenuti che riguardano i propri figli (foto, video, ecografie, storie). Postare foto e video di diversi momenti della vita dei minori, magari accompagnati da informazioni tra cui l’indicazione del nome o dell’età o il luogo in cui è stato ripreso, contribuisce a definire l’immagine e la reputazione online. Ciò che viene pubblicato online o condiviso nelle chat di messaggistica rischia di non essere più nel nostro controllo e questo vale maggiormente nel caso dei minori. Questi ultimi, inoltre, potrebbero non essere contenti di ritrovare loro immagini a disposizione di tutti o non essere d’accordo con l’immagine di sé stessi che si sta costruendo.