Gabriele Micalizzi è arrivato in Italia

E'atterrato a Milano Gabriele Micalizzi, il fotoreporter italiano ferito lo scorso 11 febbraio a Baghuz, in Siria, dove si trovava per documentare l'offensiva finale contro l'ultima enclave del sedicente Stato islamico. Il rimpatrio di Micalizzi, operato nei giorni scorsi per una grave ferita all'altezza dell'occhio, è stato coordinato “dall'Unità di Crisi della Farnesina ed è resa possibile grazie a un volo” delle Forze armate italiane. Il fotografo, 34enne milanese, è stato colpito dalle schegge di un razzo Rpg mentre, con alcuni colleghi, si trovava i un edificio nella zona di Deir el-Zor. L'esplosione aveva provocato la momentanea perdito dell'udito e, almeno inzialmente, la ferita all'occhio appariva molto grave. Dopo l'operazione chirurgica subita, però, sarebbero state scongiurate lesioni permanenti e lo stesso Gabriele avrebbe dato notizia di vedere regolarmente. Appena sbarcato in Italia, il reporter è stato trasportato presso l'ospedale San Raffaele.

 

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Il lavoro in Siria

Micalizzi è noto a livello internazionale per i suoi reportage in zone di guerra (ma non solo), pubblicati su alcune delle più importanti testate mondiali, soprattutto negli Stati Uniti. Nelle ultime settimane si era recato in Siria per documentare l'offensiva curdo-araba, supportata dai contingenti dell'US Army, contro le ultime sacche di resistenza daesh. Micalizzi era da alcuni giorni nelle vicinanze di Baghuz, sul fronte di guerra tra il fiume Eufrate e il confine iracheno. Dopo il ferimento è stato trasportato velocemente a Baghdad per essere operato. L'avanzata degli alleati è stata conclusa proprio con la caduta di Baghuz, tappa sufficiente, secondo il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, a disporre il ritiro delle truppe, decisione vista da più fronti (tra i quali quello degli alleati curdi) come troppo affrettata.

In aggiornamento