Santa Francesca Romana, la “poverella di Trastevere”

Tra le sante più importanti per Roma, Francesca Romana fu oggetto, subito dopo la sua morte, di uno spontaneo culto popolare

Santa Francesca Romana
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Francesca Romana nasce a Roma all’inizio del 1384, da Paolo Bussa de’ Leoni e da Iacobella de’ Roffredeschi. Venne battezzata e cresimata nella basilica di Sant’Agnese a Piazza Navona. Si sposò a dodici anni, con Lorenzo Ponziani, e si trasferì nel suo palazzo nel rione Trastevere, egli era di nobile e ricca famiglia, da lui, Francesca Romana ebbe tre figli: Battista, Evangelista e Agnese. Gli ultimi due morirono di peste ancora giovani nel 1410. In quel particolare periodo storico, la stessa Chiesa è notevolmente segnata dallo scisma d’Occidente (1378-1449) che interesserà tutta la cristianità, e la stessa città di Roma era esposta alle invasioni di Ladislao I (1377-1414) re di Napoli.

Francesca Romana e i poveri di Roma

Lorenzo Ponziani, con la sua famiglia, partecipò alle lotte per difendere il Papa e rimase ferito gravemente, restando infermo per tutta la vita. Nella città di Roma incombeva la peste e la carestia, e Francesca donò il grano ai poveri e si distinse nell’assistenza ai malati, presso l’ospedale di Santo Spirito in Sassia. Nel 1425 fondò la Congregazione delle Oblate, e con nove compagne, si unì all’Ordine dei Monaci Benedettini Olivetani, che avevano la loro sede nella basilica di S. Maria Nova al Foro Romano, essi furono fondati nel 1319 da Bernardo Tolomei (1272-1348), proclamato santo il 26 aprile 2009 da Benedetto XVI.

Il monastero

Le Oblate si dedicavano a Dio per un servizio di cristiana perfezione, seguendo e osservando la Regola di San Benedetto, esse erano claustrali per lo spirito di orazione, per il riserbo e la penitenza. Le suore vissero nelle famiglie fino al 1433, anno in cui si riunirono nel monastero di Tor de’ Specchi, autorizzate dal papa Eugenio IV (1431- 1447), si chiamarono “Oblate della Santissima Vergine”. Il monastero è ai piedi del Campidoglio, e vicino al Teatro Marcello. Francesca raggiunse le compagne solo dopo la morte del marito il 21 marzo 1436.

Il culto

Rimase nel Monastero fino al 9 marzo del 1440, giorno della sua morte che avvenne nel Palazzo Ponziani a Trastevere, dove si trovava per assistere suo figlio Battista. Alla sua morte, la futura santa fu fatta oggetto di un immediato quanto spontaneo culto popolare. Le cronache ci raccontano che le sue virtù furono l’umiltà, l’obbedienza e la carità, la pazienza e naturalmente la fede. Trasformò la sua ricca dimora in ospizio ed ospedale, pregando incessantemente per i peccatori e operando guarigioni miracolose. Il popolo, che le voleva bene, l’aveva soprannominata “ Ceccolella” e per tutti era la “poverella di Trastevere”. Fu canonizzata il 29 maggio del 1608 da Papa Paolo V (1605-1621).

La leggenda

Infine una curiosità. Un’antica leggenda racconta che Francesca ebbe il privilegio di vedere il suo angelo custode sorreggerla e guidarla nelle tante peregrinazioni che andava compiendo da un capo all’altro di Roma per soccorrere i poveri e gli emarginati, recando il conforto di un aiuto e di una parola di buona speranza. E fu quindi che nel 1952 Pio XII (1939-1958) la proclamò protettrice degli automobilisti. E nel passato, la prima domenica dopo il 9 marzo, giorno della sua festa, aveva luogo la tradizionale benedizione degli automezzi pubblici e privati, prima davanti al Colosseo e poi successivamente al Circo Massimo.