Formigoni: firmato l'ordine di esecuzione delle pena

Iinizia ufficialmente l'esecuzione della pena per Roberto Formigoni, che ieri è stato condannato in via definitiva dalla Corte di Cassazione a 5 anni e 10 mesi di carcere nell'ambito della vicenda Maugeri.

Carcere

Stando a quanto appreso dall'Agi, dopo che la sentenza della Suprema Corte è stata trasmessa a Milano, il Pg ha firmato, come da prassi in questi casi, l'ordine di esecuzione della pena. Formigoni ha comunque ancora la possibilità di costituirsi in carcere. Il penitenziario cui sarà destinato il “Celeste” è quello di Bollate. 

La sentenza

Il verdetto è arrivato dopo poco più di tre ore di camera di consiglio e la dura requisitoria del procuratore generale della Cassazione Luigi Birritteri, che ha sottolineato l' “imponente baratto corruttivo” che ha visto Formigoni tra i protagonisti. Per il 'Celeste' il pg aveva chiesto la “massima pena” e cioè la conferma della condanna a 7 anni e 6 mesi, oltre all'interdizione perpetua dai pubblici uffici. La Cassazione ha confermato la condanna, ma con uno sconto, dovuto agli effetti della prescrizione. La Suprema Corte ha anche respinto i ricorsi dei coindagati di Formigoni: confermata così la condanna a 7 anni e 7 mesi per Costantino Passerino, ex manager della Maugeri e quella a 3 anni e 4 mesi per l'imprenditore Carlo Farina. Inammissibile, infine, il ricorso di Carla Vites, che era già stata assolta ed aveva impugnato la sentenza per avere un proscioglimento più ampio. “Si dice che Formigoni va in barca, che è invitato in vacanza ma nessuno – aveva detto il professor Franco Coppi nella sua arringa difensiva – è riuscito a dimostrare la riconducibilità di un singolo atto di ufficio a queste 'utilità'. Nessuno sa che cosa è stato chiesto a Formigoni, e nessuno sa per quale cosa è stata corrisposta quella utilità”. Coppi aveva sottolineato la “totale mancanza di prove” a carico dell'ex governatore e aveva chiesto alla Corte di assolverlo o, in alternativa, di annullare con rinvio la condanna per calcolare la prescrizione che a suo avviso è maturata. L'altro difensore di Formigoni, l'avvocato Luigi Stortoni, aveva attaccato il verdetto d'appello sostenendo che “ha trasfuso su un piano giuridico delle considerazioni eminentemente etiche” e in nessun modo ricostruisce il flusso di utilità – “non si tratta di denaro” – per sei milioni di euro di cui avrebbe beneficiato Formigoni.