In aiuto delle famiglie cristiane di Beirut. Il ponte solidale della fondazione pontificia Acs

"Per quanto difficile sia questa prova, in Libano la fede sarà sempre una certezza e un rifugio", spiega Aiuto alla Chiesa che Soffre (Acs)

Beirut
Il luogo dove sorgerà il memoriale delle vittime a Beirut

Padre Raymond Abdo spiega alla Fondazione pontificia “Aiuto alla Chiesa che Soffre” che l’esplosione di agosto a Beirut sembrava quella di una bomba atomica. Con il fumo rosso che invadeva il territorio circostante. Sono stati oltre 180 i morti, più di 6.500 i feriti. E circa 300.000 persone hanno avuto le case danneggiate. La gente era confusa, piangeva. L’atmosfera era di distruzione e di morte.

La fede come unica certezza

“Ringrazio Dio ogni giorno- racconta la cristiana libanese Georgette alla fondazione pontificia Acs-. Egli guida sempre me e la mia famiglia e manda delle brave persone ad aiutarci in questi tempi difficili. La situazione dei cristiani in Libano è instabile, ma Gesù è sempre con noi e niente può allontanarci da Lui“. La vita è dura per lei, come lo è per la stragrande maggioranza dei libanesi. Ma per quanto difficile sia questa prova, la fede sarà sempre una certezza e un rifugio.Libano

Mobilitazione Acs per il Libano

Beirut un tempo era considerata la Parigi del Medio Oriente. E il ricordo di quei momenti ‘glamour’ è ancora più doloroso alla luce della profonda crisi del Libano. Diversi fattori stanno trascinando nel baratro questo Paese. Il crollo finanziario, con le banche sull’orlo del fallimento. La disoccupazione schiacciante. La mancanza di prospettive future. Nessuno pensava che, ripresosi dal dramma della guerra civile, sarebbe ripiombato nella miseria e nella disperazione. La lotta per la sopravvivenza sta duramente affliggendo le persone. Soprattutto quando, come Georgette, devono provvedere a bambini piccoli. “Questa donna sola è il quadro vivente della situazione che sta colpendo il Libano”, spiega la fondazione pontificia “Aiuto alla Chiesa che Soffre” (Acs).Acs

Teatro di guerra

La crisi, già profonda, è stata brutalmente aggravata dall’esplosione che ha colpito il porto di Beirut all’inizio di agosto. Improvvisamente l’area è stata distrutta, ridotta in macerie. Interi quartieri sono stati colpiti, case demolite, rovine ovunque. La città si è trasformata in un teatro di guerra. Facendo rivivere il ricordo di un tempo che tutti pensavano passato. Quando l’aria si è riempita delle polveri dell’esplosione e l’onda d’urto ha portato via tutto. L’intera area è piombata nel caos. Feriti, gente che correva gridando e cercando aiuto. La crisi che già scuoteva il Paese si è trasformata in incubo.