Il lavoro: principio fondamentale su cui si fonda la Repubblica

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Foto di Janno Nivergall da Pixabay

A 75 anni dalla promulgazione della Carta Costituzionale, Cgil, Cisl e Uil celebrano il Primo Maggio in tante piazze italiane ricordando che il lavoro è il principio fondamentale su cui si fonda la Repubblica, il valore unificante tra le diverse generazioni e tra le diverse aree del paese. Anche per questo abbiamo scelto la città “simbolo” di Potenza per questo Primo Maggio. Proteggere e rilanciare l’occupazione, superare gli enormi divari infrastrutturali e sul piano dei servizi tra nord e sud, rivitalizzare il nostro tessuto industriale produttivo: restano queste le grandi sfide che dobbiamo saper affrontare nel segno della condivisione degli obiettivi, della partecipazione e della co-responsabilità tra istituzioni e parti sociali.

Il Governo si illude di poter affrontare questa fase difficile e complessa senza il pieno coinvolgimento del mondo del lavoro, abbandonando come ha fatto i tavoli di confronto e procedendo con interventi unilaterali, insufficienti ad imprimere la necessaria spinta alla crescita al Paese. Occorre affrontare insieme con nuove misure il problema dell’inflazione, rilanciare una vera politica dei redditi, adeguare salari e pensioni al costo della vita. Bisogna rinnovare con risorse adeguate tutti i contratti scaduti e dobbiamo fermare  l’enorme speculazione che si continua a registrare sui prezzi dei beni di prima necessità e sulle tariffe. Vogliamo un sistema fiscale realmente redistributivo che salvaguardi e non smantelli, come intende fare il Governo, il principio di progressività così bene sancito dai “padri” Costituenti. Si faccia emergere il lavoro nero e sommerso, si assuma come priorità la sicurezza e la tutela della salute che sono la condizione essenziale in una società civile e sviluppata. Non si può morire di lavoro. Questo è il messaggio che rinnoveremo in tutte le piazze italiane. Dobbiamo fermare questa carneficina, questo bollettino di guerra che ogni giorno porta tragedie e lutti  nelle famiglie italiane.

Anche il sindacato deve vigilare di più: denunciare gli appalti al ribasso, pretendere il rispetto integrale di tutte le norme sulla sicurezza. E’ una grande battaglia di civiltà. E’ necessario accelerare l’attuazione del Pnrr  con una governance realmente partecipata  che assicuri assunzioni stabili di giovani e donne, trasparenza e legalità. Giudichiamo profondamente sbagliato continuare a tagliare i fondi alla sanità pubblica, dove invece occorre subito colmare i vuoti di organico e stabilizzare i tanti lavoratori precari. Basta con questo ritornello che non ci sono le risorse. Si colpisca davvero l’evasione, quasi cento miliardi all’anno, e si tassino gli extra profitti delle grandi multinazionali della logistica e del commercio on line. Si chieda un contributo di solidarietà alle banche ed a tutti soggetti che hanno fatto profitti d’oro in questi anni. Sulle pensioni, dobbiamo cambiare la legge Fornero e trovare insieme una soluzione per ripristinare opzione donna e restituire al sistema principi di flessibilità, sostenibilità, inclusione assumendo come priorità una pensione di garanzia per i giovani e l’uscita a partire da 62 anni o con 41 anni di contributi. E  dobbiamo fare di più anche per milioni di pensionati italiani, garantendo la rivalutazione del loro assegno, dopo tanti sacrifici e contributi versati, assicurando il giusto sostegno ai non autosufficienti. Anche questa è una battaglia di civiltà.

Più lavoro, più tutele, più salario: questi sono le richieste del sindacato. La nostra proposta è precisa: occorre detassare gli aumenti degli stipendi legati ai rinnovi contrattuali ed alla maggiore produttività, allestendo misure fiscali per incentivare la contrattazione di secondo  livello in tutti i posti di lavoro, nel settore privato e nel pubblico impiego. Se vogliamo far crescere l’Italia, dobbiamo incrementare la qualità, dando finalmente attuazione all’articolo 46 della Costituzione, assicurando la partecipazione dei lavoratori alla gestione, agli utili ed all’organizzazione delle aziende. La legge di iniziativa popolare sulla quale raccoglieremo nei prossimi mesi migliaia di firme ha questo obiettivo, nel solco del pensiero di Giulio Pastore che aveva fondato la Cisl esattamente 73 anni fa, il 30 aprile del 1950.

Anche la Confindustria e le altre associazioni imprenditoriali devono dimostrare, nei fatti, di sapersi assumere le responsabilità, uscendo da posizioni di rendita o corporative. Se vogliamo far crescere la nostra economia, dobbiamo investire sull’innovazione, sulla ricerca, sulla formazione dei giovani. A queste condizioni il sindacato farà la sua parte. Da Potenza, da tutte le piazze italiane, domani  il sindacato rinnoverà le sue proposte. Tocca al Governo e alle forze politiche saperle raccogliere, per costruire insieme, come declina proprio la nostra Costituzione, un paese più giusto, più solidale, fondato sui valori del lavoro e del rispetto della persona.