Una foglia di spinaci “trasformata” in cuore: la scoperta viene dagli Usa

Se fino a questo momento abbiamo pensato che gli spinaci potessero essere utilizzati solo in ambito culinario, molto probabilmente ora dovremmo ricrederci. Infatti, le mille ricette a base di questo ortaggio a foglia verde non erano nei pensieri di alcuni ricercatori Usa, che sono riusciti a trasformare uno spinacio in tessuto cardiaco. La scoperta, che potrebbe diventare un’innovativa tecnica in campo medico e permettere così di salvare di migliaia di vite, è stata fatta dai ricercatori del Massachussetts’s Worcester Polytechnic Institute (WPI), negli Usa ed è stata pubblicata sulla rivista Biomaterials a firma di Glenn Gaudette, professore di ingegneria biomedica, e del suo assistente ricercatore, Joshua Gershlak.

L’idea geniale

I due ricercatori hanno raccontato al Washington Post come l’idea sia balenata nelle loro menti, durante una pausa pranzo in cui discutevano su come fosse possibile risolvere la mancanza di donatori di organi, problema molto sentito negli Usa. Nonostante l’ingegneria biomedica cerchi di risolvere il problema, lavorando da tempo sulla creazione di organi e tessuti artificiali tramite l’uso di stampanti 3D, a volte vengono riscontrate diverse problematiche, come ad esempio la difficoltà nel ricostruire la fitta rete venosa del cuore, indispensabile per ossigenare le cellule di tutto il corpo.

La ricerca

Come prima cosa, gli scienziati hanno eliminato dalle piante le cellule vegetali, lasciando inalterata la struttura, composta principalmente di cellulosa. Ciò è stato possibile attraverso un processo noto come decellularizzazione: un particolare detergente viene perfuso nelle vene delle foglie di spinacio. Successivamente i ricercatori hanno ricellularizzato la foglia di spinacio. In sostanza quel che hanno fatto è stato coltivare cellule umane cardiache con foglie di spinacio, trasferendo nelle vene della pianta le cellule che ricoprono i vasi sanguigni e facendo scorrere nei vasi vegetali un fluido simile al sangue.

Solo una “prova di concetto”

Al momento, hanno spiegato i due ricercatori nel loro articolo, si tratta solo di una “prova di concetto”, che però dimostra come sia possibile iniziare a concepire dei tessuti “costruiti” su piante diverse, che abbiano strutture vascolari diverse: ciò permetterebbe – in futuro – di applicare la tecnica per ricostruzioni di differenti organi.