Istat: nel 2020 flessione del 9% della spesa media degli italiani

Riporta anche Ansa che, mentre hanno retto i settori dell'alimentare e della case, i cali peggiori li hanno registrati quelli di cultura e spettacolo, trasporti, ristorazione e servizi

La spesa media per i consumi delle famiglie italiane nel 2020, a causa delle pandemia, si è ridotta del 9% sull’anno precedente. Lo scrive Ansa. Il nostro Paese, prosegue l’agenzia, registra una balzo indietro ventennale. Secondo la rilevazione diffuse dall’Istat, prosegue Ansa, i nuclei familiari hanno speso in media 2.328 euro in valori correnti, il calo peggiore dal 1997. Con le ondate successive del contagio da Covid anche il primo trimestre del 2021 ha già fatto registrare un risultato negativo: -3,4% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, sulla base delle stime preliminari.

Il crollo della spesa

L’Istat – continua Ansa – segnala che non tutti i comparti hanno registrato lo stesso andamento in flessione. Il settore dell’alimentare e quello quello dell’abitazione hanno tenuto, mentre la ristorazione e i servizi ricettivi – anche per le misure di contenimento della pandemia – hanno subito nel 2020 una riduzione del 38,9% della spesa media delle famiglie. Se non si considerano gli alimentari e le spese complessive per l’abitazione, il resto della spesa registra un crollo del 19,3%, passando da 1.200 euro medi al mese ad appena 967 euro.

Scrive ancora Ansa che anche i settori di spettacoli e cultura (-26,4%), dei trasporti (-24,6%) e dell’abbigliamento e calzature (-23,3%) hanno subito cali significativi. Un dato legato alle chiusure, ma anche allo smart working e alla riduzione delle occasioni sociali. E’ cresciuta del 33% la spesa per pc, tablet e accessori necessari per seguire la didattica a distanza e l’uso massiccio del lavoro agile e da remoto.

Minori diseguaglianze

Anche le famiglie più abbienti hanno ridotto i consumi, riporta Ansa. Il 20% delle famiglie più ricche spende 4,8 volte l’importo speso da quelle più povere (il 39,5% contro l’8,2% del totale) ma nel 2019 il dato era pari a cinque volte (con la fascia più disagiata che spendeva solo il 7,9% dell’importo totale). Si riduce anche la differenza tra Nord e Sud soprattutto a causa dell’impatto che il Covid ha avuto sulla parte settentrionale del Paese almeno nella sua fase iniziale nel 2020.

Se nel Nord Est si spendono 2.525 euro a famiglia, con 627 euro in più della media del Sud pari a 1.898 euro, il divario si è ridotto dal 34% del 2019 al 33%, scrive ancora Ansa. La regione con la spesa media piè elevata è il Trentino-Alto Adige (2.742 euro) mentre la Basilicata arriva in media a 1.736 euro.